Operai bloccano il consiglio comunale, sgomberati dalla polizia. Si procede a “porte chiuse”


Castellammare. Mattinata non semplice per la politica della città delle acque. Questa mattina, come da programma, doveva svolgersi il Consiglio Comunale a Palazzo Farnese. Un consiglio che è stato sospeso per motivi di ordine pubblico. Infatti gli ormai ex dipendenti delle Terme hanno provato a fermare i lavori consiliari provando ad occupare l’emiciclo “Falcone e Borsellino”. Un consiglio comunale, quello di stamattina, importante per il futuro delle Terme visto che doveva discutersi di un provvedimento sulla privatizzazione della struttura di piazzale Amendola. Si respira un clima teso al Municipio, l’ex sindaco il Consigliere Vozza chiedeva di rinviare il consiglio ma la maggioranza era tutta decisa ad iniziarlo quel consiglio. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le parole del Presidente del Consiglio Melisse che ha “invitato” i presenti a stare in silenzio. Subito si è scatenata la “folla” di lavoratori presenti in aula che inveiscono proprio di lui: “Sei la vergona di Castellammare”, dicono. Alla luce anche del recente “scandalo” sulle tessere del Partito Democratico.

Non è bastato l’intervento della Polizia Municipale a placare gli animi. La seduta che è stata sospesa per motivi di ordine pubblico ,di fatto, non è mai iniziata. Dopo aver sgomberato l’aula i consiglieri hanno ripreso a lavorare. La seduta si terrà a “porte chiuse”.

Ecco le parole del consigliere Amato (M5S), scritte sul suo profilo Facebook, sulla scelta adottata dal presidente dell’ aula.
“Per ordine del presidente Melisse, si fa sgombrare l’aula e si procede a porte chiuse…
Scelta, a nostra avviso, particolarmente infelice.
Cose così importanti come il futuro delle terme merita tutt’altro che questo…”