Il Premier punta sulla green economy


A cura di Ciro Carolei 

“Un nuovo slancio alla green economy, frontiera su cui davvero possono farsi valere le eccellenze del mondo dell’impresa italiano nel quadro delle decisioni internazionali che sono state prese sul clima e che l’Italia difenderà nei prossimi mesi con forza”. 

Queste le parole del neo Premier Gentiloni nel discorso in cui chiede la fiducia alle Camere. E in effetti in Italia esiste un macro settore dell’economia nazionale che ci rende tra i primi in Europa e che dimostra che le buone pratiche possono portare a risultati altrettanto buoni. Parliamo dell’economia verde, termine che include una serie di settori, dalle energie rinnovabili ai quello dei rifiuti, in grado di garantire una crescita economica reale ma al tempo stesso sostenibile.

La relazione annale degli Stati Generali della Green Economy, tenutisi alla Fiera di Rimini l’8 e 9 Novembre 2016, ha analizzato la situazione italiana a partire da alcuni indicatori chiave delle tematiche strategiche della green economyemissioni di gas serra, rinnovabili, efficienza energetica, riciclo dei rifiuti, eco-innovazione, agroalimentare di qualità ecologica, capitale naturale e mobilità sostenibile. Ne viene fuori una nazione di eccellenze, molte ancora potenziali, i cui numeri sono i seguenti:

Emissioni di gas serra: Da un’analisi approfondita emerge che tra il 1990 e il 2014 l’Italia ha ridotto le proprie emissioni di gas serra di circa il 20%, leggermente al di sotto della riduzione media europea che è stata di -24%, e si è posizionata al 3° posto fra i 5 grandi Paesi europei dopo il Regno Unito (- 34%) e la Germania (- 28%). Purtroppo nel 2015 la posizione è significativamente peggiorata con un aumento di tali emissioni di ben il 3,5%.

Efficienza energetica: abbiamo performance migliori della media europea che ci assegnano un 2° posto della classifica dei cinque grandi Paesi, dietro solo al Regno Unito. Analizzando invece l’andamento nel tempo, dal 2005 al 2014, vediamo che l’intensità energetica del Pil dell’Italia è migliorata del 16%, ossia meno della media europea (18%) e facendoci finire solo al 4° posto fra le grandi economie Ue.

Rinnovabili: Per quanto riguarda la quota del consumo finale lordo soddisfatto da rinnovabili, nel 2014 l’Italia ha raggiunto il 17,1%, superiore alla media europea del 16% che la mette al 1° posto fra i cinque. Ma il primato rischia di durare poco. Negli ultimi tre anni l’Italia ha, infatti, fermato la crescita dei nuovi investimenti in fonti rinnovabili.

Rifiuti: Nel riciclo dei rifiuti urbani l’Italia col 42%, si colloca un punto percentuale sotto la media Ue28 e al 3° posto fra i cinque grandi Paesi europei. Nel riciclo dei rifiuti speciali, con circa 99 milioni di ton pari al 76%, l’Italia si colloca invece al 1° posto fra i cinque grandi paesi.