L’inutilità del mercato invernale


Ieri alle 23:00 si è chiuso il calciomercato invernale. Probabilmente uno dei mercati più insignificanti degli ultimi anni, con acquisti fatti soltanto i primi giorni di gennaio, poi per il resto del mese praticamente il nulla.

I colpi più importanti restano Pavoletti al Napoli per circa 18 milioni di euro, Gagliardini all’Inter per una cifra intorno ai 25 milioni e infine Rincon alla Juventus per 10 milioni di euro e il Milan con gli acquisti seppur in prestito di Deulofeu e Ocampos.
Le altre squadre, invece, sono intervenute poco o nulla, senza rinforzare davvero la rosa.
Questo discorso vale un po’ per tutte le squadre italiane, dalla serie A fino alla lega Pro, davvero poche sono le società che hanno deciso di rinforzare la squadra.
Anche nel resto del mondo i movimenti di mercato sono stati molto pochi se non per quanto riguarda la Cina, vera padrona di questo mercato, per aver speso più di 200 milioni in poco più di venti giorni.
I tempi sono cambiati, basti pensare che qualche anno fa si facevano le corse all’interno degli hotel del calciomercato prima del gong conclusivo. Ieri sera gli addetti alla sicurezza hanno chiuso la porta delle trattative senza pressioni da parte dei direttori sportivi.
E molti allenatori vorrebbero abolire questo mese di mercato, portatore solo di voci destabilizzanti ma che non portano quasi mai a nulla.
E molti di questi allenatori hanno pienamente ragione, magari al posto di gennaio si potrebbe inserire settembre come mese di mercato, quando il campionato è ancora agli inizi e niente ancora è deciso.
Questa sessione di mercato, dunque, è diventata noiosa e senza senso e la soluzione più giusta potrebbe essere davvero la sua abolizione.