Cinquant’anni fa il Veneto, oggi il Vulcano


Cinquant’anni dal 5 febbraio 1967, giorno in cui fu varato, presso lo stabilimento Italcantieri Navalmeccanica di Castellammare di Stabia, l’Incrociatore lanciamissili portaelicotteri “Vittorio Veneto”, che fino al 1985 è stata la cosiddetta Nave Ammiraglia della Marina Militare Italiana.

La stessa emozione, veder scivolare in acqua una “Prora Stellata” si è vissuta il 10 aprile 2017 presso lo stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia durante il varo del troncone di prora di Nave Vulcano, la nuova Logistic Support Ship (LSS) made in Italy, che tra qualche giorno prenderà il largo direzione stabilimento di Muggiano (La Spezia), dove verrà assemblato insieme al troncone di poppa, costruito su un bacino galleggiante nel cantiere di Riva Trigoso, per costituire l’intera unità navale.

Al Vulcano verrà consegnata la Bandiera di combattimento nel 2019, subito dopo inizieranno le procedure di disarmo per due delle Navi Rifornitrici della Marina Militare, lo Stromboli(varato nel 1975) e il Vesuvio(varato nel 1978).Questa nuova nave, oltre ad assolvere il ruolo di Nave Rifornitrice, in grado di coniugare capacità di trasporto e trasferimento ad altre unità navali di carichi liquidi (gasolio, combustibile avio, acqua dolce) e solidi (parti di rispetto, viveri e munizioni) e di effettuare in mare operazioni di riparazione e manutenzione a favore di altre unità, permetterà anche a gruppi navali d’altura di dislocarsi ovunque nel mondo, dove le autorità e gli interessi strategici nazionali lo richiederanno. È una unità di supporto logistico alla flotta dotata anche di capacità ospedaliera e sanitaria grazie alla presenza di un ospedale completamente attrezzato, con sale chirurgiche, radiologia e analisi, gabinetto dentistico, e zona degenza in grado di ricevere fino a 12 ricoverati gravi. I sistemi di difesa sono limitati alla capacità di comando e controllo in scenari tattici, alle comunicazioni e ai sistemi di difesa dissuasivi non letali. L’unità è capace di imbarcare anche sistemi di difesa più complessi e diventare una piattaforma per sistemi di intelligence e guerra elettronica.

Il Vulcano rientra nel programma pluriennale per il rinnovamento della flotta della Marina Militare che prevede la costruzione, oltre alla LSS, di un’unità da trasporto e sbarco (LHD, ovvero Landing Helicopter Dock), anch’essa prevista per il cantiere di Castellammare di Stabia con inizio dei lavori nell’estate di quest’anno e varo nell’estate del 2019, nonché di sette Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA), con ulteriori tre in opzione. La caratteristica fondamentale comune a tutte e tre le classi di navi è il loro altissimo livello di innovazione che le rende estremamente flessibili nei diversi profili di utilizzo con un elevato grado di efficienza. In particolare queste unità presentano un doppio profilo di impiego (il c.d. dual use), quello tipicamente militare e quello a favore della collettività (come per esempio per operazioni di protezione civile); in aggiunta hanno un basso impatto ambientale, attraverso avanzati sistemi di propulsione ausiliari a bassa emissione inquinante (motori elettrici).

Col varo del Vulcano, viene fissato un altro tassello al progetto di riammodernamento della Squadra Navale, pensato dal Ex capo di Stato Maggiore della Marina Militare Ammiraglio Giuseppe De Giorgi.

Fu proprio De Giorgi ad illustrare il progetto alla cittadinanza Stabiese e all’allora Sindaco Avv. Nicola Cuomo, il 13 dicembre 2013 al Molo Sottoflutto del porto di Castellammare di Stabia, durante la cerimonia dell’ultimo Ammaina Bandiera che vide il pattugliatore di squadra Artigliere della Marina Militare terminare la sua vita operativa dopo 30 anni di attività al servizio delle istituzioni e della collettività con la cancellazione dai ruoli del naviglio militare.