LegaPro | L’ascesa di Francesco Deli: dalle 100 presenze con la Paganese alla B con il Foggia


Non c’è limite ai sogni, ed è per questo che la storia ha sancito una data che riporta la città di Foggia in una categoria finalmente consona al proprio blasone. 23 Aprile 2017: i satanelli pareggiano a Fondi (2-2) grazie alle reti di Sainz-Maza e Mazzeo, festeggiando una Cadetteria inseguita da ben 19 anni. Un successo meritato, e già sfumato per un soffio nella scorsa stagione quando il calcio champagne targato De Zerbi si infrange sul muro della corazzata Benevento che si aggiudica il campionato. I play-off vedono il Foggia partire da grande favorita, superando prima l’Alessandria in gara secca, quindi il Lecce imponendosi sia all’andata che al ritorno. La finale è però tabù con il Pisa di Gattuso che difende il 4-2 conquistato all’Arena Garibaldi chiudendo sull’1-1 la trasferta in terra di capitanata per staccare il pass verso la B.
La dirigenza riparte perciò decisa a riprendersi quanto strappato via da un avverso destino soltanto pochi mesi prima: pochi innesti, mantenendo l’ossatura che già si preparava al grande salto. I rossoneri si presentano ai nastri di partenza pronti a recitare un ruolo da protagonista, contendendosi la promozione diretta con altre big dal nome altisonante come Lecce, Matera e Juve Stabia. Al giro di boa il Foggia di Stroppa chiude a quota 37, con 2 punti da recuperare sui lucani di Auteri e sui salentini guidati da Padalino. La svolta giunge nella finestra invernale di mercato, quando la società decide di investire prendendo in prestito con diritto di riscatto uno tra i talenti più cristallini dell’intero panorama calcistico italiano.

Si tratta del centrocampista classe ’94 Francesco Deli, capitano della Paganese dove ha deliziato per 3 stagioni e mezza l’esigente platea campana con giocate sopraffine degne di un talento che va man mano completando un processo di maturazione che lo porterà in breve tempo a calcare i palcoscenici più prestigiosi.
Nasce nella capitale in una data per nulla banale: il 17 luglio 1994 si consuma infatti l’atto finale dei Mondiali a stelle e strisce. Dopo aver eliminato nell’ordine Nigeria, Spagna e Bulgaria, la Nazionale guidata da Arrigo Sacchi affronta il Brasile in finale: dopo lo 0-0 al termine dei tempi supplementari si va ai calci di rigore, dove gli errori di Baresi e Roberto Baggio consegnano ai verdeoro la 4° stella.
Muove i primi passi nell’Atletico Roma, la squadra della sua città, per poi maturare in Serie D con il Palestrina dove colleziona 39 presenze impreziosite da 6 reti. Un’esperienza durata due stagioni, e se la prima si conclude con una sofferta salvezza passando per il play-out contro il Cynthia , quella successiva (2013) è un crescendo di emozioni con un 7° posto che porta il Palestrina a mancare per un solo punto la qualificazione ai play-off.
Le qualità di Deli non passano inosservate: calciatore completo, è subito padrone della linea mediana dove mostra subito un passo da categorie superiori. Fisicità unita a corsa, tecnica e tempi perfetti di inserimento: un mix perfetto che lo porta a raggiunge cifre significative alla voce reti realizzate. Si esprime al meglio da mezzala sinistra in un centrocampo a 3 o a 5, ma sa disimpegnarsi senza troppi problemi da trequartista a supporto di una o due punte.
Nell’estate 2013 il meritato salto tra i professionisti, approdando alla Paganese con Agenore Maurizi alla guida tecnica, poi sostituito da Luca Fusco coadiuvato da Belotti. L’esordio in Lega Pro non tarda ad arrivare: 8 settembre, al Marcello Torre è di scena il Pontedera che si impone per 2-1 con Deli schierato nella posizione di ala sinistra. A cambio tecnico consumato Deli va a disimpegnarsi da interno, e per la prima rete in azzurrostellato non sceglie un avversario qualunque. Si tratta del sentitissimo derby contro la Nocerina disputato in un’atmosfera surreale a porte chiuse sul neutro di Pontedera: splendido movimento alle spalle della difesa e destro secco che Gragnaniello può soltanto raccogliere in fondo al sacco. Esultanza ripetuta al Lungobisenzio di Prato con opportunismo da attaccante consumato, ma soprattutto il 4 maggio 2014, con un mancino dai 25 metri disegnato con il compasso che permette agli azzurrostellati di aggiudicarsi il derby contro la Salernitana, vincitrice della Coppa Italia Lega Pro.
Gli uomini mercato del Parma hanno l’occhio lungo, notano la classe cristallina di Francesco Deli segnalandolo alla dirigenza ducale che ne acquista il cartellino per poi lasciarlo a farsi le ossa in quella Pagani che inizia ad amarlo incondizionatamente.
Nella stagione successiva la Paganese parte sotto la guida di Stefano Cuoghi, esonerato quasi subito dopo aver raccolto soltanto 4 punti in 7 gare. Al suo posto Andrea Sottil, che sfrutta al massimo la straordinaria ecletticità del talento romano schierandolo prevalentemente da mezzala, ma spesso anche da rifinitore alle spalle di Aurelio e Girardi. L’annata si conclude con picchi di rendimento altissimi, 2 passaggi vincenti e ben 4 reti a dimostrazione di una concretezza sottoporta non indifferente. Meravigliosa ma purtroppo inutile la prima rete della stagione 2014/15: si muove in un fazzoletto, delizioso dribbling a rientrare con il mancino che lascia di sasso il diretto marcatore, e poi destro potente tra le gambe di Kovacsik che rende soltanto meno amaro il ko (1-2) contro la Reggina. Il gol che invece sblocca il match contro il Barletta (poi vinto 2-1) è da manuale del calcio: azione personale, dribbling secco su De Rose e da posizione defilata sulla destra fa partire un sinistro delicato che si insacca all’incrocio dei pali con l’attuale estremo difensore azzurrostellato Liverani che può solo ammirare la prodezza balistica del talento in maglia numero 10. Altra perla di rara bellezza per il momentaneo 2-1 nel derby contro il Savoia: destro-sinistro tra Vosnakidis e Riccio, seguito da un morbido destro a incrociare che non lascia scampo a Gragnaniello. A Lamezia si avventa più lesto di tutti su una seconda palla, e con un destro scagliato poco dietro il dischetto del rigore infila Piacenti.
La stagione 2015/16 si apre tra mille incertezze: il Parma viene dichiarato fallito, e di conseguenza tutti i propri calciatori (Deli incluso) si svincolano d’ufficio. Il top-player romano decide di sposare nuovamente il progetto del presidente Trapani che punta forte su Grassadonia, allenatore straordinario in grado di compattare il gruppo intorno sé riuscendo a tirar fuori il meglio da ogni singolo calciatore. L’impatto di Deli è subito devastante, e decide da solo l’esordio in campionato contro la corazzata Foggia. Prima un’azione personale degna del miglior slalomista, con assist per la conclusione vincente di Caccavallo da distanza ravvicinata. Ma Deli ha la qualità innata di trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto, approfitta di una corta respinta della difesa rossonera per freddare l’estremo difensore pugliese con una bordata da pochi passi. La Puglia porta benissimo al centrocampista azzurrostellato, che lascia il proprio zampino anche nel match interno contro il Lecce, quando va via in progressione partendo dalla trequarti per poi mettere una palla dietro per l’inserimento di Guerri che gonfia la rete. Quindi ancora a segno a Messina, rubando il tempo a tutti per incornare il cross con il contagiri di Caccavallo per il momentaneo vantaggio azzurrostellato.
La metamorfosi è ormai completa, la crisalide è ormai diventata una farfalla che apre le ali alzandosi in volo dando un tocco di colore a qualsiasi pallone si aggiri tra i propri piedi, illuminando ogni azione offensiva con giocate di fino. I filtranti di Francesco Deli trovano corridoi impossibili, e passano con precisione millimetrica come un filo attraverso la cruna dell’ago. Sterzata con l’esterno, quindi scatto verso l’area piccola ad eludere l’intervento di Altobello, cross teso sul palo lungo per il tap-in vincente di Maiorano a mettere in ghiaccio il match contro il Taranto. Ma il killer instinct davanti alla porta non è da meno, ed a Catanzaro esce fuori in tutta la sua ferocia con un perfetto anticipo a beffare difensore centrale e portiere per guidare l’assalto al Ceravolo. Dal derby contro la Juve Stabia, ed in contemporanea con i guai fisici che tengono Marruocco forzatamente lontano dalla porta, Deli riceve anche i galloni del capitano: una fascia che accresce ulteriormente il proprio senso si responsabilità per la causa azzurrostellata. Al di là dello Stretto, scambia con Reginaldo e si fa strada tra le maglie della difesa del Messina per sbloccare subito una gara complicata. Per chiudere, azione personale e gran destro dai 30 metri che va togliere le ragnatele dal sette alla destra di Gragnaniello (sua vittima preferita) per calare il tris su un Melfi ridotto ormai a brandelli.
Al termine del match pareggiato con Herrera in rimonta contro il più quotato Matera, il centrocampista viene insignito di una maglia celebrativa incorniciata per onorare le 100 presenze in maglia azzurrostellata: record non da poco per un predestinato che a soli 22 anni è già entrato (e da capitano) nel ristrettissimo club dei centenari.
Sarà però l’ultima partita di Francesco Deli al Marcello Torre, perché all’apertura del mercato invernale giunge l’offerta del Foggia, con la possibilità per Deli di mettersi in gioco in una società ambiziosa ed in piena lotta per la Serie B. L’impatto con una piazza calda ed ambiziosa è subito positivo, ed il centrocampista buca Messina (stop di petto a seguire e destro implacabile in rete) quindi Matera (dopo 2 dribbling nello stretto a finalizzare una fulminea progressione dalla trequarti), i rivali storici del Lecce (delizioso assist di esterno per Mazzeo prima del diagonale vincente per il tris che stende definitivamente la compagine salentina) prima di punire proprio i suoi ex compagni azzurrostellati senza esultare in segno di rispetto di una piazza che lo ha coccolato in un percorso di crescita continuo e costante. C’è lo zampino di Francesco Deli anche nel “doblete” che la squadra di Stroppa mette in cascina aggiudicandosi la Supercoppa: dopo il 3-1 allo Zaccheria contro la Cremonese, i satanelli vanno a prendersi il trofeo con autorità imponendosi a domicilio sul Venezia. Un poker senza appello, con Deli protagonista assoluto con una doppietta ed il suggerimento per il tap-in a porta sguarnita di Mazzeo.
Una parabola ascendente che nel giro di 4 stagioni ha portato il centrocampista ex Paganese dalla Lega Pro alla Serie B con un futuro ancora tutto da scrivere. La squadra del presidente Fares ripartirà confermando in blocco gli uomini che hanno saputo far vivere alla piazza un sogno atteso tanti, forse troppi anni. Dopo aver blindato Stroppa ed il capocannoniere Mazzeo, è il turno di Francesco Deli, in virtù di un accordo quasi totale con la Paganese per esercitare il diritto di riscatto che premierà il calciatore con la possibilità di confrontarsi e mettere in difficoltà retroguardie di categoria superiore.

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