Lo stabiese Maresca e il suo sogno olimpico: “Lo sport mi ha salvato dalla Camorra”


Determinato e con un solo obiettivo: le Olimpiadi. E’ la storia dello stabiese Maresca che si racconta in un’intervista rilasciata al quotidiano “Repubblica”. « Il mio sogno – dice – non è conquistare una medaglia olimpica, ma essere lì, tra i migliori». Una storia non semplice quella di Salvatore, cresciuto in un quartiere a rischio della città delle acque. Ora è atleta di punta della Ginnastica Salerno. «A dieci anni — racconta — ho visto un uomo che ne ammazzava un altro. Tre anni dopo, mentre andavo a scuola, il sangue di una persona uccisa la sera prima. La camorra — afferma Salvatore — è la strada dei deboli, quella più facile. Chi ha forza ed ama la famiglia, non la sceglie. Ma, non ci fosse stata la ginnastica, avrei potuto scegliere la strada sbagliata».

La ginnastica come stile di vita. «Gli anelli sono il mio giocattolo. La ginnastica mi aiuta a vedere il lato bello della vita. Oggi seguo anche l’attività di mio padre, aiuto mia madre e vorrei portare qui tanti ragazzini per aiutarli. Un giorno tornerò a Castellammare e ci vivrò con la famiglia e la mia fidanzata Maria Pia: nella mia città ci sono tante persone perbene. E sono sicuro che ce la farò».

L’infortunio, poi l’incontro con Antonello Di Cerbo. « A causa di un infortunio, avevo smesso con la ginnastica. Lui mi ha proposto di venire a Salerno a fare l’istruttore. Per me è come un secondo padre. Con lui ho ripreso ad allenarmi e poi a gareggiare».

Il sogno Olimpico, destinazione Tokyo. E’ determinato Salvatore, vuole a tutti i costi la qualificazione alle olimpiadi di Tokyo. «Per arrivarci dovrò vincere gli Assoluti tra tre settimane a Perugia. Il mio sogno non è conquistare una medaglia olimpica, ma essere lì, tra i migliori».