Torre del Greco. Tangenti e false fatture: in carcere anche il Sindaco Borriello


Favori a un’importante azienda del settore rifiuti in cambio di denaro. E’ il cuore di un’indagine della Procura di Torre Annunziata che questa mattina ha portato alle sei misure cautelari, una delle quali riguarda il sindaco di Torre del Greco, Ciro Borriello, finito in carcere per corruzione. In carcere anche due dei titolari della Fratelli Balsamo, Massimo e Antonio, mentre un terzo fratello, Ciro, insieme a Francesco e Virgilio Poeti e’ agli arresti domiciliari. L’ipotesi di reato vanno dalla corruzione, alla truffa ai danni di ente pubblico e falsita’ in atto pubblico. Le indagini, anche con riprese video e intercettazioni ambientali hanno mostrato quello che per i pm e’ un “mercimonio della funzione pubblica svolta dal sindaco”; Borriello avrebbe ricevuto denaro da fondi neri costituiti dalla societa’ con escamotage contabili per avere contanti; somme che gli venivano consegnate in incontri mensili in luoghi appartati, dove non c’era copertura di cellulare, passando le buste da un’auto all’altra. La ditta di rifiuti metteva insieme questo denaro con l’emissione o la registrazione di fatture per operazioni inesistenti in scambio con il distributore di carburanti e l’autolavaggio degli imprenditori poeti, attestando falsamente operazioni di lavaggio e sanificazione dei mezzi impiegati per la raccolta rifiuti.

L’appalto dei rifiuti, la Balsamo l’aveva ottenuto subentrando in maniera non cristallina alla ditta Ego Eco, che se lo era giudicato per oltre 30 milioni di euro nel periodo maggio 2012-gennaio 2016, attraverso illeciti compiuti dal sindaco. Borriello, infatti, con una serie di iniziative amministrative aveva determinato la decadenza dell’appalto per Ego Eco, facendo subentrare la ditta Balsamo per effetto dello scorrimento della graduatoria. Tra l’altro, il sindaco personalmente effettuava controlli rigidi anche di notte sulla Ego Eco, in modo da contestarle penalita’ per importi pari anche alla meta’ dell’importo che l’azienda avrebbe dovuto ricevere a fine mese; oppure istituendo un servizio sostitutivo di raccolta rifiuti, svolto da dipendenti comunali in servizio in uffici diversi dalla nettezza urbana, in totale violazione della normativa di settore; o ancora segnalando con certificazione all’Asl Napoli 3 una situazione di pericolo per la salute pubblica priva di riscontri. Cosi’ ai Balsamo, imprenditori arrivati secondi nella gara, era arrivato l’appalto, nonostante non avessero per la loro azienda i requisiti economici-finanziari per partecipare al bando.