Lotta per Sorbillo contro la multinazionale: la vera pizza non è quella surgelata


E’ lotta di pizze, quella fra la multinazionale Nestlè e il famoso pizzaiolo napoletano Luciano Sorbillo, della pizzeria Sorbillo al Vomero. La battaglia ha come oggetto la produzione di pizze surgelate Nestlè, le quali riporteranno sullo scatolo che le conterrà la scritta “Pizza Napoletana prodotta in Campania”.
Questo nuovo business ha fatto imbestialire non poco il napoletano doc, il quale crede che sia un affronto contro la vera e propria pizza napoletana, che non è di certo quella surgelata. La sua critica più audace sta nell’aggettivo “Napoletana”, poiché quella contenuta nello scatolo della Nestlè, non è pizza prodotta nelle pizzerie partenopee, ma un impasto preparato da alcune macchine di un’industria alimentare con sede in Campania.

Inoltre la problematica non coinvolge tanto il gusto del popolo campano, abile nel distinguere la “vera pizza napoletana” da quella comprata al supermercato, ma è per coloro che, al di fuori della Campania e anche dell’Italia, l’acquisteranno credendo di assaggiare il vero sapore mediterraneo. Questo potrebbe, a parere di Sorbillo, infangare il buon nome della pizza causando non pochi problemi sia a livello economico sia a livello culinario e culturale. Un dato preoccupante poi è la quantità di pizze prodotte al minuto: 150, per un totale di 500 mila al giorno, capace di superare di gran lunga il numero totale delle pizze prodotte nelle vere pizzerie. Questo fenomeno può quindi ancora di più danneggiare il mercato d’asporto.
Sorbillo crede che non si possa affidare a delle macchine il delicato lavoro di impastare, fornire e cuocere la pizza napoletana verace. Per cui Luciano del Vomero ha dichiarato guerra alla Nestlè e alla Regione Campania che ha concesso il permesso di installare un’industria alimentare che produce pizza surgelata, danneggiando quelle famiglie e quei ragazzi che della pizza napoletana fanno una vera e propria ragione di vita e di lavoro.

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