Pompei. Aprono al pubblico il complesso di Championnet e la Casa del Marinaio(FOTOGALLERY)


Il Grande e la Casa del Marinaio aprono per la prima volta al pubblico, con un’esposizione di reperti originali in più ambienti e nella cucina del percorso sotterraneo del complesso di Championnet, secondo il progetto già da tempo avviato a Pompei di musealizzazione diffusa, che vede ricollocati in loco oggetti e strumenti del passato ivi ritrovati. L’intervento di “Restauro e consolidamento architettonico e strutturale” che viene presentato dopo quasi due anni di lavori avviati a conclusione del grande cantiere di messa in sicurezza della Regio VIII, ha completato il recupero del settore occidentale dell’insula 2 della Regio VIIl, dal civico 1 (casa di Championnet I) al civico 16 (casa dei Mosaici Geometrici, detta anche dei Pavimenti a Mosaico o dei Cinque Piani), un quartiere residenziale sviluppatosi a partire dal Il secolo a.C. lungo il pano amico fronte meridionale del pianoro lavico su cui sorge la città e che include anche i tre edifici municipali affacciati sul portico meridionale del Foro. Un’area dell’antica Pompei, quindi, di particolare interesse sia per la sua vicinanza alla principale piazza urbana, fulcro della vita civile, religiosa ed economica della città, sia per la caratteristica delle case a terrazza, articolate su più livelli, che la occupano, definite ‘sul pendio’, e che costituiscono uno dei più singolari aspetti dell’edilizia pompeiana. Queste, infatti, adattandosi alla natura scoscesa del terreno con sostruzioni e massicce opere di sbancamento, dal ciglio della collina si estesero fin quasi ai piedi del declivio naturale addossandosi alle mura urbiche, con la progressiva aggregazione di terrazze e loggiati con vista panoramica sul golfo e sulla piana del Sarno. Tutti gli ambienti furono fortemente danneggiati dal terremoto del 62 d.C. e vennero restaurati o ricostruiti solo in parte (nello specifico i vani dei livelli superiori collegati alle domus retrostanti), mentre molti degli ambienti dei livelli inferiori disposti a sud, a ridosso o sovrastanti le ormai obsolete strutture difensive, furono lasciati in abbandono, con parte delle volte crollate, e mai restaurati prima dell’eruzione del 79 d.C. L’obiettivo perseguito è stato quello di arrestare il degrado degli edifici pubblici e dei complessi residenziali attraverso un intervento di restauro integrale delle strutture architettoniche e degli apparati decorativi parietali(intonaci, affreschi, stucchi) e pavimentali (mosaici, sectilia, cementizi), impostato sui criteri di minimo intervento e reversibilità, e di favorire permanenti condizioni di conservazione anche attraverso la realizzazione di nuove coperture, unitamente alla valorizzazione e alla fruizione in sicurezza del sito, interdetto al pubblico da tempo immemorabile. Inoltre, attraverso le indagini archeologiche, propedeutiche alla definizione e realizzazione degli interventi conservativi previsti e non prevedibili in fase di progettazione, l’intervento ha contribuito notevolmente anche ad arricchire la conoscenza dello sviluppo urbanistico e della storia edilizia del quartiere. Dalla Casa di Championnet e’ possibile accedere agli ipogei, un piano sotterraneo della domus che veniva utilizzato per servizi. Al suo interno, reso visibile da barre luminose in led, sono state collocate delle suppellettili dell’epoca per dare al visitatore il senso dell’utilita’ di questi ambienti. Altri spazi espositivi di coppe, bocche, parti di collane, statuette, frammenti di affresco e intonaci, sono stati ricavati da una ex cabina dell’Enel ripulita e adibita a piccolo spazio museale. Nella Casa del Marinaio si visita un piccolo impianto termale di cui era dotata la domus, insieme con un ampio panificio sotterraneo che rappresenta un unicum nel panorama domestico pompeiano. La casa coniuga infatti le caratteristiche di una elegante domus dell’epoca, che utilizza magazzini a carattere commerciale e produttivo.