Serie A. Cosi non va(R), ancora tanto da migliorare tra arbitro e tecnologia


Finalmente la tecnologia in campo, dicevano prima dell’inizio della stagione. Finalmente gli errori decisivi nelle partite che contano non verrannno più commessi, dicevano. E invece alla sesta giornata di campionato, ad ormai un mese dall’esordio del VAR o della VAR decidete voi come chiamarla, all’interno degli studi televisivi nei post gara si continua a parlare di rigore o non rigore, fuorigioco o meno.

La partita più discussa di questi turni di serie A è senz’altro quella tra Fiorentina e Atalanta, di ieri sera. Partita finita 1-1 ma la Viola ha tanto da recriminare. Un rigore nettissimo non chiamato dal direttore di gara su Gil Dias e almeno un altro su Astori in piena area di rigore, più il rigore assegnato all’Atalanta, ma sbagliato da Gomez, molto più che dubbio. E allora nel post partita tutta la rabbia della dirigenza gigliata giustificatissima, con il direttore Freitas a metterci la faccia. La sua domanda è più che lecita: a cosa serve la VAR? E perché Pairetto non è andato a guardare nel monitor i due episodi dubbi? E ancora, come è possibile che i due arbitri in postazione VAR non abbiano segnalato nulla e confermato le decisione del primo fischietto?
Tutte domande giuste, con una risposta molto semplice: la tecnologia è utilissima ma sono gli stessi arbitri probabilmente a non aver ancora capito come e quando utilizzarla. Perché in queste prime sessanta partita della stagione, questi non sono gli unici episodi dove arbitro e VAR non collaborano bene.

Ad esempio in Genoa-Juventus viene assegnato un rigore ai rossoblu. Inizialmente non assegnato dall’arbitro ma grazie all’assistenza della tecnologia viene giustamente decretato il tiro dagli undici metri Tutto corretto, ma Galabinov parte in netta posizione di fuorigioco prima di essere atterrato da Rugani, e allora l’arbitro cosa ha visto nel video? Come ha fatto a non notare del fuorigioco, ma soprattutto gli altri quattro occhi di supporto non se ne sono accorti?
Altro episodio abbastanza dubbio avviene in Roma-Inter. La Roma è in vantaggio e conduce la gara sotto tutti i punti di visti, potrebbe portarsi sul 2-0 su calcio di rigore, dopo un intervento di Skriniar su Perotti, ma l’arbitro non assegna nulla e non si affida nemmeno alla nostra amata VAR. Eppure la regola vuole che in episodi dubbi in area di rigore, l’intervento tecnologico è necessario, ma anche in questo non c’è tanta collaborazione tra le parti.
Queste sono solo alcune delle partite con errori arbitrali abbastanza grossolani e le società iniziano a lamentarsi per la perdita di punti che potrebbero risultare decisivi ai fini della classifica finale.
Ovviamente non è una polemica, ma un primo bilancio di questa incredibile novità nel mondo del calcio.

Certo, è stato detto più volte che nonostante tutto, l’errore arbitrale potrà comunque esserci, ed è anche giusto, visto e considerato che stiamo parlando di esseri umani. Ma se ancora doveva essere assimilato il meccanismo, perché far partire questo progetto di prova? Non era meglio solo il giudizio di un arbitro? Soprattutto perché i post partita continuano ad essere roventi e con programmi televisivi che continuano a perdere intere ore ad analizzare casi di moviola.
La speranza è che con il passare delle giornate tutto diventi più automatico e che partite come quella di ieri al Franchi di Firenze non capitino più. Perché probabilmente la Video Assistent Referee è stata compresa meglio dal pubblico che dai diretti interessati, quali i direttori di gara.

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