Guardiola contro Sarri, scontro tra i filosofi del calcio

maurizio sarri

Negli ultimi anni, il calcio, questo fantastico sport, è stato accostato sempre di più alla filosofia. Dal Cholismo al Guardiolismo, fino ad arrivare ad una corrente filosofica tutta italiana: il Sarrismo. Due di questi modi di interpretare calcio questa sera, finalmente, si incontreranno. Manchester City-Napoli non è solo la terza giornata dei gironi di Champions, ma è la partita che rappresenta la bellezza di questo sport in tutta la sua forma.
Le storie di Sarri e Guardiola sono diametralmente opposte. Lo spagnolo ha iniziato ad allenare nel 2007 il Barcellona B, per poi approdare in prima squadra l’anno dopo. Il suo è stato un cammino sicuramente più agevolato, grazie ai tanti fenomeni che ha allenato, solo per citarne uno, Leo Messi. E per sua stessa ammissione, le fortune di un allenatore le fanno i grandi calciatori. Ovviamente Pep resta uno dei migliori tecnici della storia del Football, ma non è un caso che i titoli vinti al Barça siano nettamente superiori ai titoli vinti nelle esperienze con Bayern Monaco e City. Certo, in Inghilterra è da appena un anno, e in questa stagione il suo City si avvicina molto al suo Barcellona, ma probabilmente i meccanismi perfetti della macchina blaugrana non riuscirà mai più a riproporli.
Maurizio Sarri, invece, di titoli ne ha vinti zero. E allora la domanda sorge spontanea: come si possono paragonare due allenatori del genere? La domanda ha una risposta molto semplice: osservando tutte le partite del Napoli. Gli azzurri da quando sono allenati da Sarri rasentano la perfezione, e il risultato della filosofia del tecnico napoletano è, se vogliamo, migliore di quello di Guardiola. Jorginho, Allan e Hamsik, sono ad oggi, tre dei migliori centrocampisti in Europa. Certamente non sono paragonabili ai Xavi, Iniesta e Busquets di Guardiola, ma se questi tre “normali” centrocampisti hanno raggiunto livelli mondiali, il merito è soprattutto delle idee di Sarri. E se il centrocampo è ottimo lavoro di Maurizio, la fase offensiva è un capolavoro. I tre piccoletti, Insigne, Mertens e Callejon sono pura libidine per gli occhi di un amante del calcio. E trasformare Mertens da esterno offensivo ad uno dei più forti centravanti del mondo (con annessa iscrizione alla lista del pallone d’oro) è magia. Una magia che va oltre qualsiasi titolo vinto, va oltre al Triplete vinto da Pep. Il trofeo più importante che mister Sarri potesse vincere è stato quello di partire dal campionato di Eccellenza italiano fino ad arrivare a sfidare Real Madrid e Manchester City. Rendere speciali giocatori normali è il vero vanto di un allenatore, e in questo senso Sarri batte nettamente Guardiola.

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