Ius Soli, Mons. Zambito: ”Ho la sensazione che da noi i migranti siano trattati meglio dei poveri italiani”


Monsignor Ignazio Zambito, vescovo emerito di Patti, diocesi famosa per il santuario della Madonna di Tindari, in una intervista a La Verità si dissocia della richiesta della Cei ed Avvenire perché venga approvata la legge sullo “Ius Soli” ecco le sue parole: “La reputo una scelta sciagurata. Non possiamo regalare la cittadinanza che, invece, si guadagna, si merita, si ottiene con fatica, sposando totalmente e per davvero i principi, le regole e le leggi del Paese che ospita. Oggi mi pare che questo non avvenga. Inoltre, con lo ius soli rischiamo di lanciare un messaggio errato, quello dell”avanti c’è posto’. Non escludo che approvando tale legge arriveranno tante donne gravide a far partorire qui i figli. Lo ribadisco: la cittadinanza non è un regalo.Una cosa – continua – è l’atteggiamento dell’uomo di fede il quale risponde sempre al principio dell’amore verso tutti, anche chi ci odia ed è nostro nemico” “ma esiste un altro aspetto, quello politico. Il governante saggio ha il dovere di vigilare su chi viene, perché arriva, chi è. Abbiamo esagerato con l’accoglienza e penso alla insensatezza di togliere i crocefissi dalle aule o alla cancellazione dei concerti di Natale per non urtare l’altrui sensibilità religiosa. Ritengo che occorre non chiedere, ma pretendere reciprocità. I musulmani vogliono, con ragione, professare la loro fede. Bene, ma questo diritto sia assicurato ai cristiani nelle loro terre”,è doveroso fare la carità. Però questa deve essere prudente e ordinata, partendo dai vicini, che sono il vero prossimo, per arrivare ai lontani. Un padre di famiglia, se ha un piatto di minestra, ha il dovere di sfamare prima di tutto i suoi figli, dopo gli altri. Ho la sensazione che da noi i migranti siano trattati meglio dei poveri italiani – prosegue il monsignore -. Eppure questi ospiti, in talune circostanze, si mostrano arroganti e ingrati. Buttano il cibo offerto loro dai volontari perché secondo loro è mal cotto o non confacente al loro credo. O vogliono internet. Non mi risulta che nelle loro terre avessero questi benefit. Chi scappa veramente dalla fame mangia di tutto. Sono loro che devono adattarsi alle nostre consuetudini, anche alimentari. I nostri emigrati si cibavano delle cose che trovavano e non facevano storie. Ritengo, e questo va detto, che gli immigrati in molte occasioni facciano comodo qui in Italia a chi vuole lucrarci. E ho il timore che tra meno di trent’anni l’Italia sarà islamizzata, specialmente per via demografica”.