Trieste chiama, Castellammare non Risponde. Quale Futuro Per Fincantieri?


Castellammare di Stabia. Non sempre quando cambiano i Sindaci i progetti muoiono, fortunatamente a volte rimangono. Così, mentre oggi non si affronta la discussione sul futuro della cantieristica stabiese, nel 2013 con l’allora Sindaco Nicola Cuomo e l’Ammiraglio di Squadra De Giorgi, allora Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, si riuscì ad inserire lo stabilimento della Città delle Acque nel programma di riammodernamento della flotta della Marina Militare. A suscitare tante polemiche è l’ultima unità navale in costruzione proprio nello stabilimento Fincantieri di Castellammare di Stabia. Una nave anfibia che avrà la lunghezza di 245 metri, una velocità massima di 25 nodi e sarà dotata di un sistema di propulsione combinato diesel e turbine a gas. Potrà portare a bordo oltre mille persone, di cui 700 come personale militare o civile e avrà un impiego definito ”multiple use”. E’ larga di 36 metri al ponte di volo, un’altezza complessiva di 27 di cui 7 metri dati dal pescaggio. Il dislocamento complessivo a pieno carico è stimato intorno alle 33mila tonnellate, superiore quindi a quello di nave Cavour (27900) e più del doppio di quello del Garibaldi (13000). La nave sarà varata entro il 2022 e rappresenta un’unità da sbarco anfibio capacità “dual use” e andrà a sostituire, per grandezza e dislocamento, nave Garibaldi la cui dismissione è prevista per il 2025. Questa nave doveva chiamarsi “Trieste” su volontà, ed approvazione del Ministero della Difesa. Ma nel 2016 l’Ammiraglio di Squadra De Giorgi è stato indagato dalla procura di Potenza per concorso in abuso d’ufficio, nel filone siciliano dell’inchiesta sul petrolio lucano. Secondo l’accusa avrebbe trasferito l’ammiraglio Camerini da Augusta a La Spezia per favorire l’imprenditore Gianluca Gemelli, compagno dell’allora ministro Federica Guidi. L’inchiesta è stata trasferita da Potenza a Roma, dove è stata archiviata a seguito di richiesta del gennaio 2017.
Peccato che, cambiando il Capo di Stato Maggiore della Marina è cambiata anche la denominazione della nave. Infatti, il nuovo inquilino di “Palazzo Marina” l’Ammiraglio di Squadra Valter Giradelli ha deciso di chiamarla Thaon di Revel, Ammiraglio della Marina nei primi anni del Novecento e Ministro della Marina nel Governo Mussolini. A pochi mesi dalla approvazione della Camera dei Deputati della proposta di legge di Emanuele Fiano che prevede la reclusione da sei mesi a due anni per chi fa saluti romani o vende gadget che richiamino i regimi totalitari di destra, con 261 sì, 122 no e 15 astenuti.
La questione, diventata ormai di caratura nazionale, ha fatto infuriare di non poco i Triestini. «Uno sgarbo a Trieste nostra la decisione di cambiare il nome alla nuova portaelicotteri della Marina Militare – afferma il senatore triestino Lorenzo Battista (Articolo 1-MDP) -. Non più Trieste, bensì “Thaon di Revel” «Mi dispiace molto – continua Battista, proponendo subito una raccolta firme e chiedendo l’attenzione del Consiglio comunale – perché la città di Trieste non merita questo sgarbo visti i valori che rappresenta, a maggior ragione nel centenario della prima guerra mondiale e, proprio nel 2018 quando sarà varata la nave, del centenario di Trieste italiana».
Di certo il Comune di Trieste non ha preso bene lo smacco e il sindaco Roberto Dipiazza si dice «dispiaciuto perché nel 2018 ricorreranno i cento anni della fine della Prima Guerra mondiale e ci avremmo tenuto molto a onorare la nostra città con una nave che porta il suo nome. Mi dispiace, ma credo che qualcuno si sia mosso per fregarci. Vorrà dire che ci muoveremo anche noi.»
E mentre ad oggi non ci sono spiegazioni ufficiali da parte della Marina Militare, la politica stabiese tace, non solo su questa vicenda ma anche sul futuro di Fincantieri e dei tanti operai che ci lavorano.
Girolamo Serrapica

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