Marano, blitz Guardia di Finanza in Comune: acquisita documentazione progetti Più Europa


Marano. Blitz della Finanza negli uffici del comune per verificare gli atti relativi al progetto Più Europa, in via di realizzazione nel comune napoletano. Discrasie nella rendicontazione dei progetti: questo l’elemento che ha portato gli uomini della Finanza ad acquisire alcuni documenti relativi alle opere realizzate con un finanziamento di 16 milioni di euro. L’attenzione è focalizzata su un progetto in particolare: la mancata realizzazione di un’arteria di collegamento tra via Marano-Pianura e via Vallesana. Il finanziamento di 1 milione di euro è andato perso poiché il Comune non è mai riuscito ad abbattere il capannone abusivo in un punto nevralgico del tracciato. Il Comune fu destinatario, tra il 2008 e il 2011, di un finanziamento comunitario da impiegare per la realizzazione o riqualificazione di strade e infrastrutture pubbliche. Alcune opere non hanno mai visto la luce, altre invece sono state completate soltanto in extremis o grazie alle proroghe concesse dalla Regione.
Le maggiore problematiche sono sorte sul Giardino dei cinque sensi, parco tematico da destinare agli studenti delle scuole del territorio, mai ultimato per i contenziosi sorti tra privati e Comune che aveva destinato all’opera un milione di euro. Problemi sorsero anche per la ristrutturazione del convento francescano di via Casalanno, del 1600 nel centro storico, oggetto di lavori di restauro che suscitarono la disapprovazione di studiosi ed esperti d’arte. Miglior sorte non toccò alla realizzazione di strade come via Merolla, corso Europa e corso Umberto e via Nuvoletta. Il restyling di palazzo Battagliese, incluso nel programma europeo in una fase successiva, è stato completato soltanto qualche mese fa. Altri progetti sono rimasti nel cassetto. Come segnalato dalla commissione d’accesso sul municipio poi sciolto per infiltrazioni della camorra, a beneficiare del Piu Europa sono stati in prevalenza i consulenti tecnici del Comune: geometri, architetti, avvocati, tutti pagati profumatamente per il loro contributo alla stesura di progetti e per opere mai realizzate o realizzate soltanto parzialmente. Ora l’indagine della Finanza che fa il paio con quella relativa all’area industriale di via Migliaccio, aperta qualche mese fa.

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