Castellammare. Raid sul Lungomare: i Fontana scelgono di non parlare


Castellammare di Stabia. I Fontana hanno scelto il silenzio. I sei componenti della famiglia arrestati venerdì scorso dagli agenti del commissariato di Castellammare di Stabia per il ferimento di Gaetano Cavallaro in Corso De Gasperi la sera del 10 dicembre 2016 questa mattina si sono avvalsi della facoltà di non parlare. La scelta difensiva dei Fontana, Alfonso (classe 1998), Catello (1965), Patrice Giovanni (1967), Francesco (1968), Ciro di Catello (1992) e di Vincenzo Lucarelli (1998) è stata condivisa.. Hanno scelto di non rispondere alle domande del Gip Giovanni De Angelis che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei loro confronti per porto e detenzione di armi, spari in luogo pubblico e lesioni aggravate.
Nei prossimi giorni, invece, saranno interrogati anche i due giovani, G. F. figlio di Catello Fontana e P. G. Lucarelli, minori all’epoca del ferimento, finiti in due comunità per ordine del giudice del Tribunale per i minori. G. è accusato di aver ferito a colpi di pistola la vittima, reo di aver partecipato ad un diverbio avvenuto nella villa Comunale di Castellammare un’ora prima del ferimento al Bar 82 di Corso Alcide De Gasperi.
La vendetta familiare, per l’oltraggio a G., era scattata pochi minuti la discussione nella quale il minore aveva avuto la peggio. Subito dopo aveva cercato e ottenuto l’appoggio dei suoi familiari per mettere in atto il raid. Per il ragazzo una sorta di iniziazione della quale sono consapevoli il padre, gli zii, le zie che hanno fornito le armi, cugini e cugine. Di fronte alle accuse e alle indagini – tutte le fasi preparatorie e successive all’agguato erano state riprese dalle telecamere di videosorveglianza della città – i sei indagati finiti in carcere hanno deciso, stamane, di non rispondere alle domande del Gip. Gli avvocati difensori preparano ora il ricorso al Riesame con la richiesta di alleviare la misura cautelare eseguita venerdì scorso.

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