Shock nel nolano: ritrovati 5 cani avvelenati


Roccarainola. Sono stati ritrovati cinque cani avvelenati e solo uno di loro è riuscito a salvarsi grazie all’intervento di Filomena De Luca e Rosa Cerrata dell’associazione Animarandagia. I cani, quattro bastardini e un maremmano, sostavano di solito nella strada dove atleti e appassionati di corsa si allenavano, e non erano per niente aggressivi, solo abbandonati al proprio destino. Dopo le segnalazioni, sono giunti sul posto i carabinieri forestali, che hanno da subito iniziato le indagini e i veterinari dell’ASL NA3 sud distretto Nola. Una delle cinque carcasse è stata inviata all’istituto zooprofilattico di Portici per l’esame autoptico e stabilire che tipo di veleno sia stato usato. “Aspettiamo l’esito dell’esame – dice il responsabile del servizio veterinario della asl Pulera’ – i sei animali sono stati trovati comunque in un’area contaminata con presenza di rifiuti e il torrente alveo inquinato”. Non é la prima volta che a Roccarainola si verifica un caso di avvelenamento collettivo di cani. Era già successo nel 2013 e, forse, anche più recentemente ma senza che nessuno denunciasse l’accaduto. Un caso analogo si è verificato anche a San Paolo Bel Sito qualche anno fa. Non un caso isolato insomma, in un’area da sempre crocevia di traffici illeciti legati all’importazione di cuccioli dall’est europeo. Proprio il tribunale di Nola lo scorso anno ha emesso una sentenza esemplare di condanna a carico di untrafficante di cuccioli. Ma chi e perché agisce così?
«Di solito sono soggetti che hanno avuto qualche trauma infantile legato all’attaccamento insicuro – prova a tracciare il profilo la criminologa Maria Rosaria Alfieri – l’uccisione degli animali rappresenta un gesto di crudeltà, il voler mettere in evidenza il proprio potere su chi non può difendersi e da un punto di vista criminologico si tratta spesso di soggetti che hanno avuto traumi infantili. O più semplicemente di qualcosa che prescinde la psicopatologia e vuole semplicemente eliminare i randagi». Indagini in corso dunque per risalire all’autore, o più di uno,dell’avvelenamento dei cani. Che comunque, non sarebbero solo cinque. Il gruppo che solitamente sostava in strada era molto più consistente. Della restante parte si sono perse le tracce.

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