Un passato tutto orientale:  le coppe di Villa San Marco


Castellammare di Stabia. Pochi le conoscono: si tratta delle coppe di epoca romana rinvenute duranti gli scavi borbonici di Villa San Marco, una delle due ville ad otium, assieme a Villa Arianna, oggi visitabili sulla collina di Varano, a Castellammare di Stabia. Un tempo, infatti, quel che fu più in là definita “la città delle acque” era una delle mete favorite dai patrizi romani che vi trascorrevano i mesi estivi, lontano dalla frenesia di Roma. La ricchezza di questi posti è innegabile, testimoniata anche dalla presenza di impianti termali privati, ma quello che più colpisce è che i proprietari di Villa San Marco, non riconosciuti formalmente, intrattenevano rapporti commerciali addirittura con l’Egitto. Come lo sappiamo? Gli scavi archeologici avviati da Libero d’Orsi nella metà degli anni ’50 hanno riportato alla luce non solo un affresco rappresentante scene “nilotiche” con la tipica flora e fauna di quei luoghi ma, di maggior rilievo, è stato il rinvenimento di tre coppe in ossidiana, oggi conservate al Museo Archeologico di Napoli in apposite teche di vetro ma ritrovate in minuscoli frammenti che i restauratori hanno dovuto riunire con cura. Tutto lascia pensare ad un regalo proveniente dall’Oriente. L’ossidiana è un materiale estremamente pregiato, di origine vulcanica, proveniente dall’unione naturale di lava ed acqua. Le coppe, di sfondo nero, richiamano scene del mondo egizio, con colori così vivaci da stupirci ancora a duemila e più anni di distanza. Tuttavia, nel 2012, queste hanno subito ulteriori danni per del cedimento di una mensola in vetro all’interno della teca: fortunatamente, ancora una volta, gli esperti sono intervenuti con il loro lavoro di ricostruzione minuziosa.

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