Sant’Antonio Abate. Evasione fiscale e false fatture: 12 anni di carcere


Sant’Antonio Abate. Dodici anni di carcere complessivi per il gruppo dell’imprenditore Pasquale Abagnale per aver evaso il pagamento delle tasse. Il giudice del Tribunale di Torre Annunziata ha condannato a tre anni di carcere l’imprenditore abatese e a un’anno e mezzo ciascuno, con pena sospesa, Francesco e Anna Ida Abagnale, Benedetto e Anna D’Aniello, Annalisa Amodio e Cristoforo Chianese. Sono stati assolti per non aver commesso reato Michele Aprea, Giuseppe Innacco, Alfredo De Giovanni, Gerardo Lombardo e Costantin Ciochia Cezar. Inoltre è stata disposta anche a confisca di beni per cinque milioni di euro sequestrati tre anni fa dalle fiamme gialle.  Tutti gli indagati erano accusati di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, compiuta attraverso la commissione dei reati di uso ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili e omesso versamento dell’Iva. Dalle indagini era emerso che il legale rappresentante della Cencarn sud-Centro Carni sud San Pasquale spa, Abagnale Pasquale, aveva alterato con artifici contabili e con l’occultamento delle scritture e dei libri la ricostruzione delle transazioni economico/finanziarie tra i soggetti coinvolti nel sistema di sottrarsi al pagamento IVA. Il valore di ricavi non dichiarati e costi non detraibili ammonterebbe a più di 181 milioni di euro con un’evasione IVA per 24,5 milioni. L’inchiesta della Guardia di Finanza di Castellammare aveva riguardato un periodo tra il 2007 e il 2010.