Elezioni. Volti noti fuori dal Parlamento e altri salvati dal proporzionale


Roma. Nel Pd e nell’assise del governo ci sono sconfitte che fanno davvero male, come quella di Marco Minniti a Pesaro o di Dario Franceschini a Ferrara, ma il computo del proporzionale offrirà a svariati big la possibilità di tornare in Parlamento. Dovrebbe essere così per la ministra Roberta Pinotti, che pur avendo perso nel seggio uninominale, passa grazie al proporzionale e forse ce la farà, in Veneto, anche lo stesso Minniti. Rieletto anche il ministro Andrea Orlando, capolista alla Camera a Parma-Piacenza-Reggio. I partiti stanno calcolando, nel complesso meccanismo del Rosatellum, i seggi e gli eletti. Secondo alcuni calcoli al Senato il centrosinistra dovrebbe passare da 113 senatori a 51, il centrodestra da 116 a 135 e il Movimento cinque stelle da 54 a 114. Alla Camera il centrodestra passerebbe da 125 deputati a 252, il centrosinistra da 345 a 115 e il Movimento cinque stelle da 109 a 235. Tutti numeri da verificare nelle prossime ore. Vincenti i renziani Luca Lotti, Maria Elena Boschi (a Bolzano viene eletto anche Gianclaudio Bressa), Dario Parrini e Rosa Maria Di Giorgi, conquistano il seggio, tra gli altri, anche Gabriele Toccafondi di Civica Popolare, Roberto Giachetti, Beatrice Lorenzin, Graziano Delrio, Marianna Madia, oltre al premier uscente Paolo Gentiloni che può andare fiero di una buona affermazione a Roma. A Milano per il centrosinistra risultano eletti Mattia Mor, il giornalista, ex vice direttore di Repubblica, Tommaso Cerno, ma anche Bruno Tabacci, leader di Centro democratico e fondatore insieme ad Emma Bonino della lista +Europa, rimasta sotto la soglia del 3%, e la deputata uscente Lia Quartapelle. +Europa, pur non riuscendo a raggiungere la soglia del 3% che avrebbe fatto scattare 12 deputati e 6 senatori eletti autonomamente, riuscirà comunque a portare a Camera e Senato una piccola pattuglia di parlamentari tra cui Emma Bonino e Riccardo Magi. Sconfitto il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova a Prato. Il tracollo del Pd è evidente in Liguria, dove il partito dovrebbe passare dai 14 parlamentari eletti nel 2013 a soli 3 parlamentari. Tra gli eletti liguri nello schieramento di centrodestra ce la fa l’ex direttore di Panorama Giorgio Mulè. La Lega incrementa di circa 14 punti percentuali il suo risultato rispetto alle politiche del 2013 e quindi fa il pieno di eletti. Proprio in Liguria passa da zero a sei eletti, tre deputati e tre senatori, tra cui Edoardo Rixi. Per Noi con l’Italia sono stati eletti nell’uninominale l’ex ministro Maurizio Lupi e il coordinatore regionale del partito, in Lombardia, Alessandro Colucci ma a quanto pare resterebbe fuori l’ex governatore ed ex senatore Roberto Formigoni. I Cinquestelle come ha spiegato Luigi Di Maio “triplicano” i parlamentari tra i quali, però, anche i ‘non desiderati’ come l’ex massone Catello Vitiello ed Emanuele Dessì, finito sotto accusa per la casa popolare pagata con un canone irrisorio. Il risultato deludente di LeU, infine, potrebbe lasciare fuori dal Parlamento Nico Stumpo, Alfredo D’Attorre e Pippo Civati (oltre a Massimo D’Alema) mentre dovrebbero entrare Pietro Grasso, Roberto Speranza, Pierluigi Bersani e Nicola Fratoianni.