Reddito di cittadinanza. Il web si scatena con meme che ironizzano su Di Maio e la proposta del M5S (LE FOTO)


Il web non smette mai di sorprenderci e di regalare un sorriso quando, invece, ci sarebbe da piangere. Così da giorni circolano in rete numerosissimi meme (ovviamente ironici ndr) sul reddito di cittadinanza, addirittura dei finti moduli da compilare per richiedere il sussidio, di cui uno chiamato Modello NTGF/01 che tradotto sarebbe “Modello Nun tengo genio e faticà” (Ne abbiamo presi alcuni, le foto in basso). Questa misura economica è stata il cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle, capitanato dal leader Luigi di Maio. Ed è stato soprattutto questo a far raccogliere un consenso enorme ai pentastellati, soprattutto nelle regioni del sud dove purtroppo il tasso di disoccupazione è alto. Intanto gli elettori chiedono già lo stipendio a Di Maio a meno di una settimana dal voto. “Dateci i moduli” dicono i più giovani. “Vogliamo il reddito di cittadinanza, l’ha detto la tv”.
Ogni promessa è debito, soprattutto in politica. Ed ecco che “Vi abbiamo votato, dateci quanto promesso”. Dalla Sicilia alla Puglia, passando per altre regioni del sud Italia. “Se vinciamo noi garantiamo 800 euro ai disoccupati single, a salire fino a 1630 euro perle famiglie con genitori senza lavoro e due figli minorenni”. L’han detto loro, i Cinque Stelle. I vincitori, sempre a detta loro, di queste elezioni politiche.
Molti elettori, purtroppo, si sono fatti abbindolare da questa promessa, invece di pensare che è praticamente impossibile applicare questo reddito su vasta scala. Intanto li hanno votati, anche e soprattutto per il reddito di cittadinanza. Ed ogni promessa, come detto prima, è debito, soprattutto in politica.
“Dove sono i moduli da compilare per ottenere il reddito di cittadinanza?” E i dipendenti comunali: “Ma fate sul serio? Non c’è nessun modulo, si trattava solo di promesse elettorali”. Questa cosa è capitata anche ai Centri di Assistenza Fiscale (CAF), agli uffici per l’impiego così come all’organizzazione “Porta Futuro” a Bari. Eppure qualche pentastellato, alla notizia ha parlato di “fake news” e invece no, non è una “fake news”, anzi. E’ successo davvero e a spiegarlo è Franco Lacarra, responsabile del centro “Porta Futuro”.
“Circa una cinquantina di persone – dice – ci ha chiesto i moduli per ottenere il reddito di cittadinanza, sono soprattutto giovani. Non si tratta di folle oceaniche, ma comunque è certo che molta gente è alla ricerca dei moduli e ci chiede informazioni”.
Stiamo al limite del voto di scambio. “Voto lui perché mi da uno stipendio fisso, senza lavorare”. Certo non è un’esclusiva pentastellata. Così si innesca il meccanismo del miglior offerente che manda a quel paese tutte le idee, tutte le proposte serie che una compagine politica propone o dovrebbe fare. 
Ed ogni promessa è debito, quindi, ora, Di Maio dai lo stipendio a questi giovani o raccontagli la verità. Ecco come funziona la misura del Movimento 5 Stelle.
PROMOZIONE DEL DIRITTO LAVORO E FORMAZIONE PROFESSIONALE – La misura contenuta nel programma pentastellato non è altro che l’aiuto economico che il M5S intenderebbe destinare a 9 milioni di italiani che si trovano privi di reddito o che hanno redditi troppo bassi, in modo da combattere povertà, disuguaglianza ed esclusione sociale. Si tratterebbe altresì di una misura mirata alla promozione del diritto al lavoro e della formazione professionale.
FUNZIONAMENTO – Il reddito di cittadinanza prevederebbe un’integrazione/erogazione economica mirata a far in modo che chiunque possa raggiungere la soglia dei 780 euro mensili (per esempio: se abbiamo un nucleo famigliare formato da due persone con una pensione da 400 euro ciascuno, il reddito di cittadinanza interverrà affinché vengano raggiunti i 780 euro mensili con un’integrazione pari a 370 euro). Stando alle promesse, anche i lavoratori full-time sottopagati avranno diritto ad un’integrazione. Per questa categoria di lavoratori è stata progettata una misura ad hoc: l’introduzione del salario minimo contrattuale con pagamento base di 9 euro l’ora. In caso di lavoro part time, invece, è prevista l’integrazione salariale per giungere ai 780 euro mensili.
I REQUISITI – Per ottenere il reddito di cittadinanza bisognerà avere più di 18 anni, essere disoccupati o inoccupati, possedere un reddito lavorativo inferiore alla soglia di povertà italiana stabilita dall’ISTAT (attualmente la soglia è stata stabilita intorno ai 780 euro mensili), percepire una pensione inferiore alla soglia di povertà.
LE REGOLE – per non perdere il beneficio del sussidio gli aventi diritto dovrebbero iscriversi al Centro per l’Impiego e rendersi immediatamente disponibile al lavoro, intraprendere un percorso di ricerca lavorativa che impegni almeno 2 ore giornaliere, offrire la disponibilità per progetti utili alla collettività per 8 ore settimanali, frequentare corsi di qualifica/riqualifica professionale, comunicare tempestivamente qualsiasi variazione del reddito, accettare obbligatoriamente uno dei primi tre lavori che vengono offerti.
ULTERIORI AGEVOLAZIONI – Ulteriori benefici sono previsti per chi assume gli aventi diritto del Reddito di Cittadinanza e chi organizza laboratori per la creazione di nuove imprese. Il tutto per favorire l’inserimento lavorativo e l’eventuale riqualificazione professionale grazie anche alla concessione di beni demaniali per le start-up innovative e per il recupero agricolo.
LA COPERTURA ECONOMICA – E’ questo il grande dilemma che avvolge la tanto contestata e contorta misura contenuta nel programma pentastellato. La copertura economica richiesta. Dubbi forti alimentati anche dalla difficoltà per i precedenti Governi di aiutare chi, per via della crisi, aveva perso il proprio posto di lavoro. Dalla CIG si è passati alla NASPI, con non pochi patimenti e tante costrizioni e ristrettezze in cui tantissimi italiani si sono ritrovati a vivere negli ultimi anni. Per non parlare del debito pubblico che non accenna minimamente a calare. Ma questa sarà materia di cui si occuperà, sempre se riuscirà a vedere la luce, la futura legislatura uscita dalle urne.