Il Napoli è immortale,che rimonta ai danni del Chievo: Juve sempre nel mirino


Il sogno scudetto del Napoli continua. Rimonta pazzesca ai danni del Chievo Verona: fino al minuto 89 i gialloblu erano avanti per 1-0 grazie ad un gol di Stepinski, dopodiché l’assalto azzurro con le reti di Milik al 90′ e Diawara al 93′.
Una partita giocata male, a tratti malissimo dagli uomini di Sarri. Irriconoscibili per tutto l’arco della partita con tantissimi errori mai visti dalle parti del San Paolo. Primo tempo sottotono, poche occasioni e un Chievo Verona arroccato come al solito nella sua metà campo a non far giocare gli avversari. La ripresa si apre con il primo episodio chiave del match: calcio di rigore per il Napoli, sbagliato però da Mertens.
Di qui in avanti (sempre fino a quel famoso minuto 89), il Napoli è sfiduciato, i tifosi contestano De Laurentiis e fischiano ogni errore dei propri beniamini. L’ingresso in campo di Arek Milik, però, è stato decisivo. L’attaccante polacco con i suoi movimenti ha impensierito i difensori del Chievo più di quanto abbia fatto Mertens in tutta la gara. Ed è proprio grazie ad un movimento ad attaccare la profondità al 90′ che Milik riapre la partita: Insigne con il solito assist perfetto trova il numero 99 che batte Sorrentino con un colpo di testa perfetto.
La partita sembrerebbe finita, i minuti di recupero sono quasi finiti ma nell’ultima mischia in area clivense spunta un ragazzotto di colore che con il più classico dei tiri a giro in area di rigore supera per la seconda volta in pochissimo tempo il portiere ospite.
Questi folli 4 minuti finali di Napoli-Chievo Verona potrebbero veramente riaprire la corsa scudetto soprattutto dal punto di vista psicologico. Da un possibile -7, gli azzurri tornano a -4. Il Milan la prossima tappa, poi lo Stadium. Bisogna cambiare qualcosa, ovvio, non è più la solita squadra spumeggiante. I mancati ricambi si fanno sentire. Ma vittorie del genere sono pura libidine per chi è in campo e per tutto l’ambiente. Il Napoli non è ancora morto. Mancano sette finali, tutte da giocare più con il cuore che con il classico bel gioco di Sarri.

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