L’università dei sogni infranti: quando il senso di colpa è più forte della voglia di vivere


La paura di non essere abbastanza, la vergogna nel deludere parenti e amici; sono queste le motivazioni che spesso portano i giovani a fare gesti azzardati. Giada è stata solo l’ultima ragazza vittima della sua stessa vita, intrappolata in una menzogna che ha preferito portarsi dentro fino alla morte. Giada non era neanche in lista, c’erano ancora molti esami da sostenere ma lei non aveva avuto il coraggio di confessarlo. Una media raccapricciante rivela che sono almeno due l’anno gli studenti che decidono di porre fine alla propria vita. Numeri che, negli ultimi anni, stanno crescendo in maniera preoccupante. La dinamica è quasi sempre la stessa. Alle famiglie si diche che si è a un passo dalla laurea quando, in realtà, hanno dato pochissimi esami o hanno addirittura abbandonato i sogni di gloria. Il noto sito “Skuola.net” ha voluto ricordare gli altri studenti che hanno deciso di compiere lo stesso gesto. Un ventisettenne di Chieti, studente della facoltà di Giurisprudenza a Roma, ha deciso di farla finita sparandosi in testa. Anche lui non ha avuto il coraggio di dire alla propria famiglia che non vi era alcuna laurea. Sempre a Roma che un ventottenne nel 2014 decise di lanciarsi dalla finestra della propria abitazione, il ragazzo non aveva dato neppure un esame in cinque anni. Stessa sorte per un ventiduenne, studente della facoltà di Ingegneria di Ferrara, suicidatosi lanciandosi sotto un treno; anch’egli era molto lontano dalla laurea. C’è anche chi non è riuscito però nell’intento; un ventiseienne di Salerno ha premuto il grilletto, ma il proiettile ha solo fatto perdere un occhio al ragazzo. A Messina una ragazza di ventiquattro anni è atterrata su un’auto in sosta dopo essersi lanciata dal quarto piano della propria abitazione. A far cambiare idea a due ragazzi è stato anche il Telefono Amico, che ha salvato entrambi i studenti pronti a porre per sempre fine alla propria vita.

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