I legali di Caputo ribadiscono in Appello: “Non ha ucciso lui la piccola Fortuna”


Si professa ancora innocente Raimondo Caputo, il presunto mostro del parco verde di Caivano accusato e condannato all’ergastolo in primo grado per la morte della piccola Fortuna Loffredo. Nel processo di secondo grado che si sta svolgendo davanti alla terza sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli ieri mattina hanno preso la parola gli avvocati di Raimondo Caputo, unico imputato per la morte della piccola, e di Marianna Fabozzi, allora compagna di Caputo e accusato di non aver evitato che avvenissero abusi da parte dello stesso imputato su una figlioletta che viveva con lei, amichetta di “Chicca”. Dopo le parti civili (le bambine vittime di abusi e l’associazione “Difesa minori” che ha presentato appello contro la sentenza di primo grado che non ha accolto la richiesta di risarcimento danni), ha preso la parola l’avvocato Paolino Bonavita, difensore di Raimondo Caputo, il quale ha chiesto l’assoluzione per il suo assistito in quanto “non esiste prova che sia stato lui. Il penalista, come riporta Il Roma, ha contestato le accuse mosse a “Titò”, come è soprannominato l’imputato, da una minorenne che nel corso di un incidente probatorio ha detto di averlo visto allontanarsi con Fortuna, contro la volontà quest’ultima, fino all’ottavo piano. “Volevo fare la spia”, ha raccontato la piccola. Poi ci fu la caduta e la morte in ospedale della vittima.
“Anche le dichiarazioni dl altri testimoni sono contrastanti”, ha sostenuto Bonavita che in seconda istanza ha chiesto la derubricazione del reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale. “Ma non è stato lui”, ha concluso. Anche l’avvocato Salvatore Di Mezza, dopo aver presentato una memoria difensiva redatta dalla donna con il suo aiuto, ha chiesto l’assoluzione per Marianna Fabozzi o in alternativa una pena più mite.