Beni Culturali, il ministro: “Nel 2019 concorso per 2mila posti”. Pompei: “Assuma tutti”


“Nel 2019 vorrei lanciare un concorso per 2mila posti, possibilmente con un numero di idonei maggiore, per avere un serbatoio più ampio su cui lavorare per controbilanciare il numero di coloro che andranno in pensione”. Lo ha annunciato il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli durante l’audizione di fronte alle commissioni riunite Cultura di Camera e Senato. “Preferisco fare un concorso per 2mila persone nel 2019 e uno di uguale o maggiore entità tra un paio di anni – ha aggiunto il ministro – per evitare l’entrata massiccia, in un unico anno, di un forte numero di persone che crea un blocco generazionale che rappresenta una distorsione di quelli che dovrebbero essere dei buoni processi organizzativi. Andrebbe a beneficio di tutti se riuscissimo a far sì che l’organizzazione potesse crescere in maniera graduale e armonica con tempi tali da assimiliare le persone che entrano al lavoro”. “Nel 2018 – ha proseguito Bonisoli – continueremo a fare quello che è già in atto: stiamo procedendo con le assunzione e continueremo a farle. Nel precedente concorso abbiamo avuto la fortuna di avere 163 idonei in più rispetto ai 1.000 posti preventivati. Saranno probabilmente i primi cui offriremo una possibilità di lavoro”. Bonisoli ha anche annunciato che nel 2019 verrà realizzato “un intervento di riqualificazione” che consenta “un minimo di carriera interna nel ministero. Quello che ho trovato, soprattutto quando mi allontano da Roma, è un ministero che ha un basso tasso di motivazione”. Valutando poi l’attuale pianta organica del Mibac, il titolare del Collegio Romano ha affermato che “l’organico complessivo è di oltre 16mila persone, che non sono poche. Però la pianta organica è di 19.050 unità e ci mancano migliaia di posizioni per raggiungere questo obiettivo”. Inoltre, “entro il 31 dicembre del 2020 3.437 persone andranno in pensione, circa il 20% dei funzionari e degli addetti del ministero. L’età media del Mibac è di 54,66 anni e, tenendo conto anche che l’età media della pubblica amministrazione è di 48 anni, si arriva alla conclusione che questo è un ministero vecchio e sottodimensionato”. Finora sono state fatte, ha detto Bonisoli, “delle piccole assunzioni, c’è stato un piano avviato dal precedente governo di 500 funzionari e un ulteriore rabbocco di altri 500. La dimensione con cui abbiamo lavorato fino ad adesso è lontana dalle esigenze. Fino ad oggi – ha aggiunto – abbiamo utilizzato la creatività: abbiamo usato il servizio civile per sopperire ad alcuni deficit di organico e usiamo in maniera importante Ales”. Soluzioni, queste, che per il ministro “devono trovare la loro ragione d’essere nella temporaneità”. Questo, aggiunge, “è il momento di cercare di capire se è possibile trovare una soluzione strutturale”. Il ministro ha inoltre ricordato che “dal 1980 ad oggi solamente il 32% delle assunzioni è stato fatto su concorso. Se vogliamo mettere in pratica la meritocrazia, ad oggi la forma più opportuna per entrare nella pubblica amministrazione dovrebbe essere un concorso”. “Spero che il ministro Alberto Bonisoli non dia numeri senza prima rapportarli a quelle che sono le esigenze. Farebbe bene a bandire i concorsi, assumendo tutti e subito”. A dirlo è Antonio Pepe, coordinatore politico della Cisl Fp dei vari territori campani, in collaborazione diretta con il segretario generale della Cisl Pp della Regione Campania, in merito all’annuncio da parte del ministro di un concorso di “duemila posti nel 2019” e poi “un altro uguale o maggiore due anni più tardi”. Secondo le parole del ministro dei beni e delle attività culturali, che scelse proprio Pompei come sua prima uscita pubblica, mancano già “tremila persone rispetto alla pianta organica” e che ne perderà altre “3437 tra il 2018 ed il 2020 a regole di pensionamento vigenti”. Ecco perché il ministro annuncia che si procederà anche ad una “riqualificazione del personale, che non si taceva dal 2007, per consentire l’incentivazione delle carriere interne”. “D’accordo – aggiunge il sindacalista Antonio Pepe – ma preciso subito che non è il caso di fare assunzioni a tappe perché non si è credibili. Il personale o serve oppure no, inutile girarci intorno. Bonisoli dovrebbe attenzionare i bandi, naturalmente quando saranno redatti, perché bisogna evitare che se ne facciano alcuni solo per favorire nella stabilizzazione chi conosce qualcuno e non chi conosce qualcosa», dice provocatoriamente. “Come in molti altri siti culturali aperti al pubblico, ha bisogno di personale già da anni. E’ bello sentire di concorsi, ma sarebbe meglio prima vedere i bandi. Assumere a concorso significa avere personale preparato ad affrontare i compiti di lavoro da svolgere. Ma su questo bisogna capire da quale indagine nascono i numeri, altrimenti è parlare di aria fritta”.

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