La Cassazione: ”E’ estorsione la richiesta dei parcheggiatori abusivi”


Un parcheggiatore abusivo che chiede denaro a un automobilista per posteggiare in un’area pubblica dietro minacce di danni al veicolo, rischia la condanna per estorsione. Regge anche in Cassazione l’ipotesi di reato contestato dalla procura di Salerno a Abrazac Anan, parcheggiatore abusivo davanti al Campolongo Hospital di Eboli. L’accusa è di estorsione, in questo caso tentata, in quanto l’automobilista si era rifiutato dargli il denaro richiesto. «Devi darmi due euro per il parcheggio. Se non mi dai i soldi che ti ho chiesto ti rompo la macchina». L’africano è stato condannato sia in primo che in secondo grado ed ora arriva per lui la sentenza definitiva. La posizione della Corte di Cassazione sulla vicenda è molto chiara e potrebbe creare anche un precedente giurisprudenziale per la configurazione del reato di estorsione a carico dei parcheggiatori abusivi. Per i giudici romani «non è configurabile il reato di violenza privata per la semplice ragione che il suddetto reato ha natura sussidiaria rispetto all’estorsione dalla quale si differenzia per l’assenza dell’ingiusto profitto che, invece, nel caso di specie, è configurabile ( perché c’è una richiesta di denaro non dovuto)». Quindi – si legge nel dispositivo – la «minaccia è da ritenersi sussistente perché tale doveva oggettivamente ritenersi la frase: se non mi dai i soldi che ti ho chiesto ti rompo la macchina». Per i giudici, dunque, è «del tutto irrilevante che la persona offesa non si sia sentita intimidita ma, anzi, dopo aver rifiutato di pagare, si recò a denunciare il fatto». Il precedente c’è, nel dicembre scorso la Corte di Cassazione si era espressa per un ricorso contro l’ordinanza di arresto presentata dagli avvocati di due parcheggiatori abusivi. I giudici romani nel respingere le richieste avevano riconosciuto anche in quella circostanza il reato di estorsione per entrambi.