Omicidio Pamela, Oseghale:” Rapporto sessuale consenziente, l’ho fatta a pezzi ma non uccisa”


Innocent Oseghale, da come si legge sul profilo Facebook di “Quarto Grado”, ha chiarito i momenti trascorsi nel proprio appartamento in compagnia di Pamela Mastropietro. Il 29enne nigeriano, finito in carcere per la morte della ragazza romana fatta a pezzi e chiusa in due trolley abbandonati nella campagna di Macerata, è accusato di omicidio, violenza sessuale, vilipendio, distruzione soppressione o sottrazione di cadavere e occultamento. La mattina del 30 gennaio scorso il 29enne nigeriano, avrebbe avuto un rapporto sessuale con Pamela Mastropietro in un sottopasso nei pressi dei Giardini Diaz e la ragazza sarebbe pero’ stata consenziente. “Una volta a casa Pamela si è iniettata l’eroina e subito dopo si è sentita male. Ho chiesto aiuto a Antonhy, un mio amico, al telefono. Lui mi ha suggerito di gettarle sul corpo dell’acqua fredda e di chiamare l’ambulanza. Ho avuto paura. Lei non rispondeva più”, ha raccontato Oseghale, assistito dal suo avvocato Simone Matraxi, nel corso di un interrogatorio davanti al Procuratore capo di Macerata. “Sono uscito a fare delle consegne. Quando sono tornato lei era morta. Sono uscito a comprare un sacco per nascondere il corpo. Non ci sono riuscito perché il sacco era piccolo. Ho preso così la decisione di sezionare il corpo – ha continuato il 29enne, rigettando quindi l’accusa di omicidio e di violenza sessuale – Non l’avevo mai fatto prima. Ho nascosto i resti in due valigie e le ho portate con un taxi verso Sforzacosta ma ero al telefono e non mi sono accorto di aver superato il paese e così ho chiesto al tassista di lasciare le due valigie lungo il fossato. Temevo della reazione della mia compagna”.

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