Onu e Oms contro il prosciutto, vino, pizza e parmigiano: sono dannosi come le sigarette


L’Organizzazione delle Nazioni Unite e l’Organizzazione Mondiale della Sanità proseguono la loro battaglia contro gli alimenti ricchi di sale, grassi saturi, zuccheri e contro il fumo e l’alcool. Tutto per prevenire e ridurre le malattie non trasmissibili.Ovvero diabete, tumori e patologie cardiovascolari. Quindi il rischio di poter trovare prodotti come pizza, prosciutto, vino e parmigiano con la scritta “Nuoce gravemente alla salute” è altissimo.Il tema verrà affrontato il prossimo 27 settembre a New York, in occasione della terza riunione convocata per valutare i progressi compiuti nella lotta alle malattie non trasmissibili. “L’annuncio dell’Onu di voler tassare olio d’oliva, Parmigiano reggiano, Grana, prosciutto e vino equiparandoli a cibi dannosi per la salute, colpisce oltre un prodotto agroalimentare Made in Italy esportato su tre”. E’ quanto stima la Coldiretti, nel denunciare l’atteggiamento schizofrenico dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che da una parte riconosce il valore della Dieta Mediterranea come la migliore tanto da essere stata dichiarata Patrimonio dell’Umanita’, ma dall’altra pensa di colpire gran parte degli alimenti che ne fanno parte. Sulla scorta dei sistemi di etichetta a semaforo adottati in Gran Bretagna e Francia, precisa la Coldiretti, l’Onu il 27 settembre si prepara a penalizzare i prodotti che contengono zuccheri, grassi e sale, equiparandoli alle sigarette con l’inserimento di immagini choc sulle confezioni per scoraggiarne il consumo, mentre darebbe il via libera a tutti i prodotti dietetici e poveri di zuccheri delle multinazionali, come ad esempio le bibite gassate ricche di aspartame. Una posizione priva di solide basi scientifiche. “Alle nazioni Unite – denuncia il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – si cerca di affermare un modello alimentare fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle nostre tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non e’ nota neanche la ricetta”.

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