Parco Nazionale del Vesuvio: è allarme rifiuti


E’ emergenza sul Vesuvio a causa degli sversamenti illeciti di rifiuti, nonostante i nuovi presidi di videosorveglianza inaugurati all’inizio di luglio. “All’interno del Parco nazionale del Vesuvio non si contano i cumuli di rifiuti recenti nelle zone in cui non arrivano le telecamere – denuncia Ciro Teodonno del Club alpino italiano -. Il rischio e’ che questi stessi cumuli diventino roghi durante l’estate”. Teodonno mostra diversi punti in cui ci sono stati sversamenti recenti in via Novelle Castelluccio. “Ma anche dove non ci sono cose nuove, i versanti della strada in molti punti non sono altro che rifiuto stratificato, basta vedere quello che che si tira fuori”, precisa mostrando materiale di risulta di lavori edili. “Tutta la fascia pedemontana del parco nazionale del Vesuvio e’ costellata di queste ‘minidiscariche’, zone in cui sono accumulati rifiuti diversi, da quelli domestici di persone che rifiutano di fare la raccolta differenziata a quelli di piccole imprese in nero che devono smaltire pezzami, pneumatici” e altro. “La situazione peggiore e’ forse in via Filaro, perche’ non ci sono telecamere – spiega Teodonno -. Qui i cumuli di rifiuti sono significativi e si sente anche l’odore acre caratteristico della spazzatura bruciata. In via Montagnelle a Torre Del Greco vengono a scaricare illegalmente rifiuti nonostante ci sia stato un ingente incendio boschivo che ha lasciato il segno. Qui nella pineta non colpisce soltanto il disastro ambientale ma anche l’indifferenza di chi frequenta questi luoghi. C’e’ chi viene a cavallo, chi fa running, chi passa in bicicletta ma nessuno sembra preoccupato da quello che si ritrova ogni giorno davanti agli occhi”. Le zone piu’ pericolose sono perimetrate con nastro bianco e rosso. “Le amministrazioni segnano le aree a rischio, intimando di non avvicinarsi, ma manca un vero e proprio controllo. C’e’ chi sversa e chi brucia e la cosa piu’ assurda e’ che nelle terre qui intorno si coltivano le eccellenze alimentari della Campania dal pomodorino del Piennolo al Lacryma Christi, ma evidentemente questo non interessa a nessuno”.

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