Castellammare. Cimmino nomina Sica alla Sint, il centrosinistra: “Comincia il sacco della città”


Castellammare di Stabia. Il primo cittadino Gaetano Cimmino, durante l’assemblea dei soci di Sint, partecipata comunale che detiene il patrimonio immobiliare di Terme di Stabia, ha nominato quale amministratore unico Vincenzo Sica. Dura la reazione del centro sinistra sulla vicenda. “E così senza colpo ferire, alla prima occasione utile, comincia il sacco della città – scrivono i consiglieri di opposizione Iovino Francesco(PD) Scala Antonio(LeU) De Angelis Massimo(Uniti per Stabia) Nastelli Giovanni(Uniti per Stabia) – Senza saper leggere ne’ scrivere come un novello Ponzio Pilato della politica, il neo-Sindaco annuncia la liquidazione della Sint ed al contempo nomina un finto amministratore con poteri da liquidatore, il collaudato super-esperto di fallimenti e vendite all’asta, il Dott. Vincenzo Sica. Per intenderci colui il quale ha già venduto l’immobile ex Multiservizi al più grande sponsor imprenditoriale di Cimmino. Ma se questo aspetto può essere incidentale, il dato drammatico politicamente è la svendita di Sint e la rinuncia ad ogni tentativo di salvaguardia del patrimonio immobiliare. Quale allora il disegno del Sindaco? Si va avanti a tentoni o si ha una chiara prospettiva del domani? Eppure il Sindaco aveva tutto il tempo per mettere in piedi una iniziativa anche ex novo che consentisse di mettere sul mercato “vero” non solo l’asse immobiliare ma il patrimonio di identità culturale e di prospettiva industriale che il Solaro rappresenta. Nessuna iniziativa politica come quella di costruire un percorso condiviso con le forze politiche, fuori e dentro il Consiglio Comunale, che avrebbe potuto accompagnare le scelte per quanto sofferte e decisive. Ed invece nulla!!!! La soluzione più semplice ma più sprezzante per la città. Liquidare, vendere, svendere, come se si trattasse di un complesso qualunque, di immobili qualsiasi. Ma vi è di più! Una attenta lettura degli atti, a pensar male, potrebbe anche favorire una assoluta facoltà in capo al commissario liquidatore di decidere le sorti dei tanti cespiti immobiliari ma anche delle eventuali opzioni produttive del complesso. Un po’ troppo, una delega in bianco a pensar bene, una regia occulta a pensar male. Non sarebbe stato il caso di approvare un atto di indirizzo almeno in giunta. Pretendere un consiglio comunale monotematico sarebbe stato fuori luogo? Invero cosa che ci lascia quantomeno perplessi è che si sia proceduto alla nomina dell’amministratore già con la prospettiva di liquidatore. Con quale mandato? Con quali indirizzi? Con quali obiettivi? Per ripianare e poi rilanciare? Per svendere tutto? Ahi noi non è dato saperlo! Ormai gli indizi sono arrivati già a tre perché costituiscano una prova. Gli amici degli amici cominciano a presentare il conto ed è meglio pagarlo subito , prima ancora che si sveglino e comincino a comprendere le regole del gioco i consiglieri di maggioranza neofiti. Ma la città deve sapere e noi non ci sottrarremmo da questo compito, informarla, circostanziare fatti e persone che non vanno e perché no denunciare. È il nostro compito”.