Facebook. Misurare la credibilità degli utenti, il social smentisce il Washington Post


Facebook ha smentito quanto riportato dal Washington Post a proposito del lancio di uno strumento di rating per valutare la credibilita’ degli utenti che segnalano fake news alla piattaforma. “L’idea che attribuiamo un punteggio agli utenti di Facebook e’ semplicemente sbagliata e il titolo del Washington Post e’ fuorviante”, ha commentato interpellato da AGI un portavoce della societa’. Martedi’ 21 agosto il quotidiano americano aveva scritto che il social network fondato da Mark Zuckerberg aveva creato e lanciato uno strumento ad uso interno della societa’ per calcolare la credibilita’ degli utenti. Uno strumento di rating che avrebbe dovuto aiutare il team che lavora alla rimozione dei contenuti falsi pubblicati sulla piattaforma a determinare la correttezza o meno di ogni segnalazione. Secondo il Washington Post, la decisione di Manlo Park era maturata dalla consapevolezza raggiunta in questi mesi che la battaglia contro la disinformazione online non poteva passare solo dalle segnalazioni degli utenti al team di controllo di Facebook, e che uno strumento di rating degli utenti sarebbe servito ad aiutare i tecnici a valutare meglio le segnalazioni, in base al numero di volte che un profilo segnalava correttamente una fake news. Da qui la precisazione di Facebook: “Quello che stiamo facendo”, prosegue il portavoce della societa’, “e’ sviluppare un sistema che ci aiuti ad individuare le persone che usano indiscriminatamente la segnalazione di notizie false cercando di ostacolare gli strumenti di controllo. Il motivo che ci ha indotti a farlo e’ assicurarci che la nostra battaglia contro la disinformazione online sia efficace”. Al quotidiano americano Tessa Lyson, manager del progetto contro la disinformazione di Facebook, aveva detto che lo strumento sarebbe servito ad arginare “le persone che spesso riportano come notizie false quelle notizie con cui non sono d’accordo”. Cosa in sostanza confermata dalla precisazione della societa’. Quindi non uno strumento di rating per chi fa fact-checking, ma un modo per ostacolare chi segnala contenuti falsi anche quando si tratta di notizie vere.

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