Terremoto Molise avvenuto sulla placca Adriatica, continua lo sciame: persone trascorrono la seconda notte in strada


Il meccanismo della sequenza sismica in corso in Molise suggerisce che i terremoti possano essersi attivati all’interno della placca Adriatica, ossia nella struttura della crosta terrestre che arriva dall’Appennino alle Alpi, fino ai Balcani. E’ un’altra delle ipotesi suggerite dalle prime analisi da parte degli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “La placca Adriatica si trova al di sotto di alcuni chilometri di sedimenti – ha detto il sismologo Alessandro Amato – ed e’ un blocco rigido che ha le sue linee di debolezza: ora dobbiamo capire perche’ si rompe in alcuni punti, in che modo e a quale velocita’”. Contrariamente alle faglie dell’Appennino, che sono visibili, “quelle della placca Adriatica sono troppo profonde per essere osservate. Si tratta probabilmente di faglie minori, della lunghezza di tre-quattro chilometri, ma che si vedono solo nel momento in cui si attivano”. Sono in tanti a scegliere di trascorrere anche questa notte in auto o nelle strutture aperte dai comuni per la forte paura. La scossa di magnitudo 5.2 di ieri sera e le successive scosse delle ore seguenti hanno spinto molti a trascorrere anche questa sera in strada. Stamattina è partita la macchina dei controlli e dei sopralluoghi. La preoccupazione è tanta, soprattutto per i ponti e cavalcavia. Qualche abitazione evacuata in via precauzionale, qualche vecchio muro crollato, alcune strade chiuse dall’Anas. I timori, ora, sono per il viadotto Liscione, che corre per più di 3 chilometri sull’invaso artificiale di Guardalfiera, in provincia di Campobasso. Si lavora per creare un piano di viabilità straordinario e si monitorano costantemente gli edifici pubblici.

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