Bullismo senza fine: uomo costringe adolescenti a baciare piedi di un coetaneo


Un nuovo e vergognoso caso di bullismo tra ragazzini è stato denunciato dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, il quale ha raccolto la segnalazione arrivatagli da una madre di Tropea .Ragazzini di 12 e 13 anni che, dopo una banale lite, sono stati obbligati ad inchinarsi per baciare i piedi di un loro coetaneo, costretti ad un gesto di umiliazione da un padre che ha preso a pugni e calci un genitore sceso in strada a difendere suo figlio. È quanto sarebbe successo a fine agosto a Tropea: “In decenni di attività nell’ambito della tutela dei minori, raramente mi è capitata una storia così tanto singolare e violenta. Un gruppetto di bambini tra i 12 e i 13 anni – spiega Marziale, attingendo alla narrazione della denunciante – sono stati costretti a inchinarsi e baciare i piedi ad un loro coetaneo dopo un’ordinaria lite, tipica di quell’età. Ad esigere il gesto è stato un padre, che a suon di pugni sul viso e calci sulla schiena ha mandato in ospedale un genitore sceso in strada per proteggere il proprio figlio, il tutto sotto gli occhi atterriti della moglie che in quel momento era affacciata sul balcone. All’uomo sono stati refertati la perforazione del timpano dell’orecchio destro e una sublussazione alla spalla”. “Nella denuncia della donna – rileva Marziale – si narra che una pattuglia dei carabinieri, giunta sul luogo, ha invitato i bambini a tornare a casa, rassicurandoli che nulla più sarebbe loro occorso e considerata l’ora, verso la mezzanotte tra il 29 ed il 30 agosto, avrebbero invitato i genitori a recarsi a denunciare l’indomani mattina. La segnalazione è corredata da altri particolari a dir poco deplorevoli, come lo strappo di una catenina d’acciaio dal collo di uno dei bambini, ‘reo’ di essersi rifiutato alla richiesta di tanta umiliazione, cagionato sempre dall’uomo che, ho appreso dai carabinieri stessi – evidenzia il Garante – non sarebbe nuovo ad episodi similari”. Tra l’altro, stando a quanto racconta Marziale, “alcuni genitori hanno preferito non denunciare, giacché soltanto turisti di passaggio, così da non lasciare strascichi di una violenza destinata ad imprimersi nelle corde emotive dei malcapitati bambini, alcuni dei quali per paura non stanno più frequentando il gruppo scout cui sono iscritti”.

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