Napoli, esplosione alla Pignasecca: madre e figlio avevano premeditato tutto


Avevano deciso di mettere fine alla loro vita, difficile che stava per subire un ulteriore colpo, lo sfratto per mancato pagamento del fitto: per non dover sopportare anche questa onta avrebbero deciso di farla finita facendosi esplodere, con una bombola di gas, dopo avere attenuato i propri sensi con un farmaco. Sarebbe questa la causa della strage sfiorata lunedi’ scorso nei Quartieri Spagnoli di Napoli dove nell’esplosione di una bombola di gas ha perso la vita una donna di 64 anni, Rita Ricchione. I suoi due figli Antonio e Francesca Cavalieri, entrambi affetti da gravi problemi di salute, sono rimasti feriti. La procura, con i pm Caroppoli e Di Dona, ha aperto un fascicolo penale sulla vicenda che necessita di ulteriori approfondimenti. Antonio potrebbe avere messo in pratica il piano con il consenso della madre, mentre si escluderebbe, invece, il coinvolgimento della figlia, limitata da gravi problemi di salute. Sulla natura dolosa del gesto, pero’, non ci sarebbero dubbi: qualcuno li ha visti armeggiare con la bombola e con l’alcol usato per l’innesco e lo ha riferito alla polizia giudiziaria, gli agenti del commissariato Montecalvario, che stanno indagando coordinati dai magistrati della VI sezione (Lavoro e colpe professionali) del procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio. Ulteriori, determinanti, informazioni giungeranno dall’esame autoptico disposto sul corpo della donna e da alcuni accertamenti tecnici. Una consulenza “ricostruttiva”, infine, nell’arco di un mese, potrebbe delineare la vicenda anche nei suoi piu’ reconditi particolari. Gli investigatoti hanno gia’ ascoltato Antonio e Francesca, ma brevemente, in quanto ancora in stato di choc. Entrambi sono ricoverati in ospedale. Approfondimenti sulla dinamica dell’accaduto sarebbero stati gia’ effettuati e consegnati agli inquirenti dai vigili del fuoco.

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