Caso Cucchi, parla un carabiniere e accusa gli altri due colleghi: “Azione combinata”


Il pestaggio di Stefano Cucchi ci fu, e avvenne in caserma al culmine di una lite fra il geometra di 31 anni e due carabinieri poco dopo l’arresto per droga. A raccontare i fatti è il carabiniere Francesco Tedesco, fra i militari dell’Arma imputati al processo sulla morte del giovane, avvenuta il 22 ottobre del 2009 all’ospedale Sandro Pertini di Roma. Nel corso di un interrogatorio reso lo scorso 18 luglio e i cui contenuti sono stati resi noti oggi in udienza, “Cucchi e Di Bernardo ricominciarono a discutere e iniziarono a insultarsi, per cui Di Bernardo si voltò e colpì Cucchi con un schiaffo violento in pieno volto. Allora D’Alessandro diede un forte calcio a Cucchi con la punta del piede all’altezza dell’ano. Nel frattempo io mi ero alzato e avevo detto: ‘Basta, finitela, che ca..o fate, non vi permettete’. Ma Di Bernardo proseguì nell’azione – continua Tedesco nel suo interrogatorio – spingendo con violenza Cucchi e provocandone una caduta in terra sul bacino, poi sbattè anche la testa. Fu un’azione combinata”. “Oggi più che mai emerge l’esigenza non più rinviabile di fare luce sulla morte di Stefano Cucchi. Una morte che non può avvenire in un Paese civile”. A dirlo è il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico.

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