Coinvolta in un incidente stradale, ragazza italiana viene respinta dall’ospedale di San Marino: “Qui da noi solo sammarinesi”


Giovane ragazza di 17 anni, coinvolta in un incidente stradale in provincia di Pesaro, cerca le cure in un ospedale della repubblica di San Marino, ma viene respinta perché italiana.
È la storia raccontata oggi dal “Resto del Carlino” di una ragazza di 17 anni che cade da una moto, si fa male alle gambe, alle ginocchia. Viene chiamato il 118 che arriva da Sassocorvaro. Sono 22 chilometri di strada di montagna. Per arrivare ci vogliono circa 20/25 minuti. Il medico dell’ambulanza constata che la ragazza potrebbe avere una gamba fratturata, forse un’anca, complicazioni alle ginocchia ed eventuali problemi interni che al momento non si potevano prevedere. Va portata subito all’ospedale. Quello più vicino è a San Marino, distante 3 minuti e mezzo di strada dal luogo dell’incidente, ma questi rifiuta il ricovero.
È proprio il medico, Michele Nardella, del 118, a raccontare l’accaduto: «La segreteria dell’ospedale di San Marino ha chiesto alla nostra centrale operativa se la ragazza fosse sanmarinese. Alla risposta che era italiana ci hanno immediatamente negato l’ingresso in ospedale della nostra ambulanza. Così – ha continuato il medico – siamo stati costretti a portare la ragazza all’ospedale di Urbino, distante 25 chilometri di strada tortuosa impiegandoci quasi un’ora prima di arrivare, condannando la giovane a sobbalzi per le strade tortuose e piene di buche».
«È un comportamento indegno – ha detto Nardella al quotidiano – Per le autorità di San Marino, un ferito italiano può anche morire al confine ma loro non vanno ad aiutarlo perché non è un loro cittadino. Allora se è grave lo portiamo a Rimini. E non è certo la prima volta che accade. A Montelicciano c’è una casa di riposo Serenity house, a 200 metri dal confine, e spesso anche in presenza di degenti gravi, in codice rosso, ci dicono di no, non accettano di aprire il loro ospedale nemmeno per infarti o per qualunque patologia gravissima».
«Fino a dieci anni fa – ha concluso Nardella – gli accordi erano diversi perché San Marino accettava di prestare le prime cure a chiunque. Poi hanno chiuso le porte e prendono solo i loro concittadini. Ma questo non ha nulla a che fare con lo slogan che troneggia alle porte della Repubblica, ossia San Marino, la democrazia più antica del mondo. Un comportamento come questo, di rifiutare le cure immediate a persone anche in grave pericolo di vita, è tutto fuorché esempio di democrazia e umanità».

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