Frode fiscale tra Napoli, Roma e Milano: sequestrati beni per oltre 4 milioni di euro


Nella mattinata odierna, all’esito di una articolata indagine coordinata dal Dott. Vincenzo Piscitelli – Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Napoli – Sezione Criminalità Economica, i militari del Nucleo di
Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari reali, emessa dal GIP del Tribunale partenopeo, per la complessiva somma di euro 4.634.174 quale profitto illecito di una maxi frode fiscale perpetrata nel commercio dei polimeri ed in quello dei pellet.
In particolare, l’operazione odierna – che ha visto i militari impegnati in oltre 31 perquisizioni su tutto il territorio nazionale – è il frutto di complesse investigazioni – condotte in sinergia tra gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ed i Funzionari dell’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Entrate – che ha portato alla luce una vera e propria associazione per delinquere, con base nella provincia di Napoli e propaggini in Roma e Milano, finalizzata all’evasione tributaria attraverso il
meccanismo della c.d. “frode carosello”.
L’architettura fraudolenta ideata dal sodalizio criminale prevedeva la produzione di un vorticoso giro di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, per un importo di 21.064.427 di euro, attraverso una filiera di società missing traders ovvero buffers costituite ad hoc, legalmente amministrate da soggetti risultati dei meri “prestanomi”.
In tal modo, il meccanismo illecito ha permesso di costituire un monte merci a prezzi concorrenziali rispetto a quelli di mercato, da commercializzare nel territorio nazionale “sottocosto” attraverso fatture intestate a società “missing
traders”. L’acquisizione delle merci avviene per mezzo dell’interposizione fittizia delle ditte o società “missing traders” nei rapporti con i fornitori comunitari avvalendosi del regime previsto dal D.L. n. 331/93 (neutralità
dell’IVA).

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