Il Consiglio Nazionale del PLI a Palermo, Sud e Def: Parola al Commissario Campano Cuomo


Tappa importante per il Partito Liberale Italiano che nel prossimo weekend si riunirà a Palermo in occasione del consiglio Nazionale del Partito.
“Con il Partito Liberale Italiano, il Sud vuole essere protagonista – dice Stefano Maria Cuomo, commissario PLI per la regione Campania nel corso di un’intervista- Il 19 e 20 ottobre, in occasione del Consiglio Nazionale, i Liberali si riuniranno a Palermo per due giornate di confronto e dialogo sui programmi da sviluppare, seguendo lo spirito di Malagodi quando diceva:“Noi abbiamo tre compiti: liquidare quello che non va, con garbo ma anche con decisione; conservare apertamente ma anche coraggiosamente quelli che sono i presupposti di qualunque ulteriore progresso; ed abbiamo l’obbligo del fare del nuovo”. L’Ufficio di Segreteria Nazionale sarà lieto di ascoltare e di dibattere su quanto i Liberali avessero da proporre per il bene del Paese in generale e dei cittadini in particolare, unitamente alla Senatrice Anna Bonfrisco e all’Onorevole Giuseppe Basini. Venerdì sarà una giornata importante, la mattina la direzione nazionale e il pomeriggio andremo ad eleggere il Nuovo Presidente del Consiglio Nazionale”.
Lei, membro dell’Ufficio di Segreteria con la responsabilità per il Sud, cosa proporrà per il Mezzogiorno?
“Siamo invitati ad un dibattito difficile ma vitale per tutti quanti noi Liberali,
deve essere un momento di verità e di confronto, c’è da rimboccarsi le maniche e lavorare.
Il paese è stordito, sente a destra come a sinistra che per superare ostacoli economici, politici, europei, fanno tutti riferimento a politiche Liberali, mentre gli stessi Liberali non riescono ad esporre le proprie regole poiché i media sono classisti. Invece di dare voce a chi voce non l’ha, preferiscono far parlare del nulla a chi le idee Liberali le degenera, le distorce, le manipola.
Bisogna misurarsi sul campo Politico ed essere credibili, ritrovare quella sintonia umana con il nostro elettorato. Due parole saranno fondamentali per la nostra comunità, rispetto e sospetto.
Bisogna essere consapevoli che bisogna avere più rispetto di noi stessi, per dare ai nostri elettori la possibilità di guardarci con meno sospetto. Questo governo ha ereditato un paese mummificato, vogliamo e dobbiamo contribuire nel riuscire a mettere in movimento questo paese solo con due rappresentanti ma almeno, oggi, li abbiamo, poiché alla desertificazione, allo scioglimento del Partito si è scelta la sopravvivenza della bandiera di Partito. Il vero successo di un Movimento non è nascosto nel Frankestein di turno, scelto tra pochi o tra tanti, di questo o di quel partito, non sono nascosti solo nei risultati elettorali, non solo nelle idee che rappresenta ma in quanto esso possa riuscire e riuscirà a fare nella differenza della vita degli individui in generale e in questo i Liberali sono stati sempre forieri di proposte attuabili”.
Quindi? Si spieghi meglio.
“Nel 2017 si è avuto il più alto crollo degli investimenti infrastrutturali, dell’edilizia, l’Italia è paralizzata. Le autonomie locali dobbiamo decidere cosa vogliono rappresentare per noi,
la riforma delle provincie ha creato nuove precarietà, abbiamo livelli istituzionali che mantengono competenze e non hanno un euro per fare la manutenzione di un edificio scolastico, di una viabilità montana. Ecco, bisogna impossessarsi di questi temi, dobbiamo reagire. Come e dove ci vogliamo collocare per parlare e risolvere questi temi, non possiamo far finta di non vedere problemi come questi.
C’e’ la giustizia, la sicurezza, un piano per il Sud. Non ci sarà sicuramente tempo per prendere decisioni in merito in soli due giorni ma inizieremo a confrontarci”.
La politica nelle ultime settimane sta discutendo sul Def, lei personalmente cosa ne pensa?
“Il Def è la fotografia di quanto declinato durante la campagna elettorale. M5S e Lega ne parlavano tutte le sere in Tv, di Stato e Private, con i più importanti giornalisti, economisti, leader di partito, sociologi. Hanno trovato un coraggioso punto di incontro, hanno formato un Governo e avendo avuto mandato dal Presidente Mattarella a formarlo, hanno raccolto le somme aritmetiche per raggiungere i risultati. Il numero finale è il 2,4% che oggi viene criticato anche dal Presidente Mattarella. Quindi, per concludere, non critico il Def, non critico Salvini, non critico Conte, non critico Tria, non posso criticare il Ministro Savona. Mi viene solo un dubbio, non comprendo il motivo per il quale da Conte a Tria passando per Savona, non abbiano pensato di destinare uno 0,24% per le imprese, circa tre miliardi di euro
Se è vero che sono le piccole e medie imprese a creare lavoro, dobbiamo far comprendere che dove esiste impresa e c’è un profitto, non è detto che ci debba essere un profittatore, se riusciamo a risollevare la qualità di queste imprese, queste stesse saranno l’ammortizzatore sociale per le nuove generazioni, non lo Stato, come immaginano i 5s. Se si avesse il coraggio di dirottare meno di un terzo del reddito di cittadinanza, tre mld di eur, sulle imprese, dal nord al sud, avremmo dato ai nostri 200mila giovani del Sud una speranza e l’economia darebbe il giusto contributo in termini finanziari e di occupazione.
Il mercato finanziario, che in questi ultimi tempi ci sta schiacciando, avrebbe la possibilità di rivedere positivamente i nostri conti. Non possiamo affrontare questi problemi con pigrizia mentale.
Come vede il prossimo futuro del Pli e cosa si sente di dire a chi si sente liberale?
“Allora, senza allontanarci dall’individuo, dall’uomo, con il suo carico di sofferenza, di sentimenti, di speranze, dobbiamo essere un partito moderno. Dalla nostra politica deve cominciare un’ operazione di ripensamento dei sistemi di formazione e di selezione dei giovani, di una sana organizzazione dei territori, con Dipartimenti e Commissioni, proprio da quella politica che ha manifestato sempre di più un’assoluta carenza di idee sul piano propositivo. I tempi, le modalità e le forme di partecipazione, alla vita pubblica, sono radicalmente cambiate. Bisogna, anche in politica, allinearsi alla mentalità e alla attualità dei costumi e dei mezzi. Se i media classici non ci danno spazio, recupereremo con i social e se non possiamo essere una forza di governo, dobbiamo e possiamo essere una forza di testimonianza, se ben rappresentata sui territori. Oggi bisogna gestire il cambiamento e la velocità del cambiamento senza pregiudizi”. “Ai liberali, invece, dico che non dobbiamo avere nostalgia del nostro passato, Calvino scriveva che la nostalgia è un pessimo affare. Se vogliamo essere il risultato di una operazione aritmetica, non dobbiamo attendere che le cose accadano ma dobbiamo essere gli artefici perché accadano. Iniziamo e approfittiamo di una casa liberale esistente per riunirci, confrontarci, poi decideremo come proseguire il percorso ma l’importante è abbandonare la nostalgia ed i protagonismi. Le basi per realizzare una rete di pensiero esistono tutte”.

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