Castellammare. L’opposizione chiede consiglio comunale su Sint con ordine del giorno l’atto di indirizzo al Liquidatore: “Aprire le Terme nel 2019”



Castellammare di Stabia. L’opposizione chiede un consiglio comunale monotematico su Sint con un atto di indirizzo al liquidatore Vincenzo Sica, inoltre i consiglieri di opposizione, Tonino Scala, Francesco Iovino, Andrea Di Martino, Tina Donnarumma, Eutalia Esposito, Massimo de Angelis, Francesco Nappi e Laura Cuomo, chiedono al sindaco Gaetano Cimmino di “ad assumere le iniziative e gli atti necessari per determinare, già nel 2019, la riapertura delle Antiche terme”.
Noi consiglieri comunali firmatari preoccupati che la difficile situazione in cui versa il termalismo nella nostra città – le attività sono ferme ormai da cinque anni- sembra indirizzata su percorsi che, oltre a dilatare i tempi per una possibile parziale soluzione, rischiano anche di far scivolare la Sint verso il fallimento. Considerato che l’attuale Amministrazione, fino a questo momento, non è apparsa in grado di delineare un percorso credibile per far fronte ad una situazione certamente difficile da risolvere; tale incertezza la si riscontra leggendo i verbali dell’assemblea dei soci di Sint, nelle dichiarazione rese dal Sindaco in Consiglio comunale e sulla stampa e, cosa ancora più preoccupante, esaminando i contenuti di uno strano avviso esplorativo redatto dal liquidatore della Sint;
Tonino Scala, Francesco Iovino, Andrea Di Martino, Tina Donnarumma, Eutalia Esposito, Massimo de Angelis, Francesco Nappi e Laura Cuomo ritengono che il Consiglio Comunale e la Città debbano essere pienamente coinvolti nelle scelte e sugli atti che è indispensabile compiere per salvare e rilanciare questo settore, così vitale per l’economia della città. Tutti, al di là delle rispettive appartenenze, dobbiamo sentirci impegnati per contribuire alla soluzione di un problema che interessa i lavoratori, gli operatori del settore e la città tutta. Ritenengono che sia indispensabile che il consiglio comunale valuti la proposta di istituire una commissione speciale di studio, ai sensi dell’ art.64 del regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale, chiedono la convocazione del consiglio comunale con la proposta: Atto di indirizzo al commissario Liquidatore Sint e al Sindaco ai fini della riapertura delle Antiche Terme. Così come previsto dal Testo Unico degli Enti Locali.
Il consiglio di Castellammare ritiene indispensabile indirizzare, attraverso il Sindaco, un quadro di obiettivi e misure da fornire al liquidatore della partecipata Sint, affinché egli svolga il suo ruolo sulla base di un percorso concordato e condiviso.
In primo luogo, è obiettivo prioritario scongiurare assolutamente il fallimento della società Sint in liquidazione.
Il processo di liquidazione va condotto con la determinazione di mantenere l’unitarietà funzionale del complesso immobiliare in cui si sono svolte le attività termali in questi anni, con i relativi e collegati siti di accoglienza, a partire dall’ Hotel.
La funzione strategica di queste parti di patrimonio deve prevalentemente riguardare un futuro dedicato al termalismo, al turismo, alle cure sanitarie, alle attività sportive, al turismo congressuale e alle attività di ricerca, sviluppo e commercializzazione del settore benessere e acque minerali.
Il primo obiettivo -quello di evitare il fallimento- può essere centrato se, sin da ora, si affidano compiti chiari e circoscritti al Liquidatore della società.
Il monte debitorio della società è per circa l’80% verso il comune di Castellammare, che è anche socio unico, e per solo il 20% circa verso altri creditori, quasi totalmente parcellizzati.
Il mandato, di cui all’ art. 2487 C.C. comma 1, Lettera c, deve prevedere, laddove si ravvisi l’impossibilità di preservare la totalità del patrimonio della Sint, di mettere sul mercato quelle parti non strategiche del patrimonio della società, selezionandole, nel caso, tra quelle già deliberate come alienabili dal consiglio Comunale, per far fronte ai circa 800.000 euro di debiti verso i creditori terzi, consentendo così una rapida soluzione della procedura di liquidazione.
Tale percorso permetterebbe al Comune di rientrare rapidamente in possesso della restante parte del Patrimonio societario.
Non ci convince l’ ipotesi di un concordato in bianco senza aver articolato preventivamente questo tipo di strategia, che è tra quelle possibili che consentono di realizzare la liquidità necessaria a far fronte ad ogni istanza che dovesse pervenire da parte dei creditori.
Nelle more di questo processo e sulla base di un protocollo d’intesa che coinvolga pienamente la Regione sul tema del rilancio del termalismo nella nostra città, va affidato ad una primaria società internazionale, attraverso gara pubblica e trasparente, il compito di redigere un programma di valorizzazione unitario della restante parte di patrimonio delle Nuove e delle Antiche Terme.
E’ indispensabile, insieme alla più ampia collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, ricercare investitori interessati a investire in una rinnovata attività di impresa legata ai settori turistico, termale, benessere, fitness, congressistica, riabilitativo, sportivo e nel campo della commercializzazione dei prodotti derivanti dalle acque minerali e alla ricerca ad esse collegate.
Servono un lavoro serio, idee chiare, un piano per rilanciare un’ attività produttiva che tra gli obiettivi preveda quella dell’ incremento occupazionale, nel medio lungo periodo, tanto della struttura, quanto dell’indotto, ad essa connesso, che verrà a crearsi.
Al fianco di queste azioni vanno contemporaneamente ricercati investitori interessati alla ripresa delle attività termali nello stabilimento Antiche Terme, con nuovi investimenti a loro carico e con il supporto di eventuali fondi pubblici da definire nel protocollo d’intesa con la Regione, al fine di completare le funzioni di cui quel sito è dotato, con piscina termale, Hammam e percorsi benessere. Vanno altresì rapidamente ridefinite le opzioni strategiche sulle acque minerali imbottigliabili. Questa non è una funzione che il Comune può svolgere. Celermente bisogna individuare gli imprenditori del settore che possano valorizzare questo patrimonio della città, prima che la Regione revochi la concessione di cui siamo titolari”.