Nassiriya, lo Stato ricorda i 19 italiani caduti a seguito di un attentato in Iraq


Roma. “I militari e civili che a rischio della propria incolumità fronteggiano molteplici e diversificate minacce in tante travagliate regioni del mondo, sono l’espressione di un impegno della comunità internazionale che vede il nostro Paese credere fermamente nella necessità di uno sforzo unitario per la sicurezza e la stabilità, per l’affermazione dei diritti dell’uomo” – a dirlo è il Presidente della Repubblica Italiana Mattarella in un messaggio al ministro della Difesa Trenta nell’anniversario della strage di Nassiriya. “Soltanto un’intensa collaborazione tra i popoli – afferma il Capo dello Stato – può aiutarci a sconfiggere le tenebre della violenza e a offrire un futuro all’umanità”.
Erano passate da poco le 10.30 del 12 novembre 2003 quando un’autocisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti all’ingresso della base MSU italiana dei carabinieri. Ciò provocò a sua volta l’esplosione del deposito di munizione della base che comportò la morte di personale militare e civile impiegato in missione. Il carabiniere Andrea Filippa, piantone della base, riuscì a uccidere i due attentatori suicidi. Infatti, fortunatamente, ilcamion non esplose all’interno della caserma ma sul cancello di entrata, evitando così una strage di più ampie proporzioni. I primi soccorsi furono prestati dai Carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo. Nell’esplosione rimase coinvolta anche la troupe del regista Stefano Rolla che si trovava sul luogo per girare uno sceneggiato sulla ricostruzione a Nassiriya da parte dei soldati italiani, nonché i militari dell’esercito italiano di scorta alla troupe che si erano fermati lì per una sosta logistica.