Terra dei Fuochi, in arrivo 200 militari. Il ministro Trenta: “Lo Stato è più forte”


“Stiamo pensando a circa duecento militari da impiegare per il presidio dei siti di stoccaggio dei rifiuti, soprattutto per quelli piu’ a rischio. In questi giorni sono in stretto contatto con il ministro Costa per coordinare un piano di intervento a 360 gradi”. Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, assicura in un’intervista a “Il Mattino” il massimo supporto anche dell’Esercito per i roghi che negli ultimi mesi stanno affliggendo gli impianti di trattamento dei rifiuti. Saranno impiegati duecento uomini, ma in queste ore a Palazzo Baracchini si lavora in stretto contatto con il ministero dell’Ambiente per stabilire le forze da impegnare. Il 19 novembre arrivera’ in Campania con l’intero governo per un Consiglio dei ministri ad hoc sulla Terra dei Fuochi. “Ho dato la piena disponibilita’ della Difesa a dare il massimo supporto, perche’ chi crede di intimorirci si trovera’ davanti a un muro. Lo Stato e’ piu’ forte e lo dimostrera’. Nel Cdm che terremo in Campania – spiega – metteremo a disposizione concretamente tutte le nostre energie. Dipendera’ ovviamente anche dalle richieste che riceveremo, ma le posso dire che siamo pronti a fare il massimo”. Intanto durante dei servizi di controllo del territorio predisposti per la tutela dell’ambiente, i carabinieri del nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Napoli hanno ispezionato i locali di una fabbrica di suole a Casandrino (NA), nella ‘Terra dei fuochi’. Sul posto i militari hanno accertato che sebbene la società gestrice risultasse inattiva continuava la produzione violando tutte le cautele imposte dalla normativa a tutela dell’ambiente. All’interno dell’azienda sono state trovate al lavoro 11 persone la cui posizione lavorativa non trova riscontro per previdenza né per assistenza. Risultata completamente illegale la gestione dei rifiuti speciali, sia pericolosi che non, derivanti dal ciclo di lavorazione; illegale anche l’emissione dei fumi in atmosfera, del tutto omessa la tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti. Nei locali, di 510 metri quadrati, erano accatastati 54 sacchi di plastica contenenti i rifiuti speciali della lavorazione, parte dei quali, come visibile anche da immagini di videosorveglianza, erano stati sversati ai margini di una stradina di campagna a Casandrino da un addetto appositamente incaricato dell’abbandono dal titolare 38enne della ditta, che gli aveva dato la sua vettura per il trasporto.