Tifare e insultare non hanno alcuna correlazione, ma in Italia questo concetto non è assolutamente chiaro


“Tifare”: Fare il tifo, parteggiare con accesa passione per una squadra sportiva o per un atleta. “Insultare”: Recare volontariamente grave offesa a una persona e alla sua dignità con parole ingiuriose, con atti che tendono a umiliare o schernire, con un contegno intenzionalmente sprezzante e provocatorio. Bene. Fatta questa brevissima lezione di italiano, una domanda sorge spontanea: tra i due termini c’è per caso una correlazione o una sottile similitudine? La risposta è ovviamente negativa. Ma perché allora in Italia e in particolare in alcuni stadi invece di tifare per la propria squadra se ne insulta un’altra con cori beceri e veramente di basso livello? Quest’altra domanda non ha una risposta, o meglio l’avrebbe. I tifosi che hanno questo tipo di atteggiamento all’interno di un impianto sportivo non possono essere definiti tali. Se dal punto di vista sportivo le formazioni italiane sono oramai al pari delle potenze europee, il tifo nella nostra penisola non si è ancora sviluppato rispetto a paesi come Inghilterra o Germania.
Prendiamo proprio l’Inghilterra come esempio. Dalla Premier League fino all’ultima categoria inglese, i casi di odio verso la squadra avversaria sono praticamente pari a zero e sugli spalti un tifoso del Chelsea può tranquillamente sedere accanto a un tifoso dell’Arsenal, pur trattandosi di un derby molto sentito. La civiltà in questo paese, dopo le normative sugli stadi, è diventata una prerogativa. Al contrario, negli ultimi anni in Italia, l’odio tra i tifosi si è esteso sempre di più e nel 2018 trattare di questi argomenti non è propriamente logico. Ma purtroppo quasi ogni domenica, cori a sfondo razziale e territoriale vengono cantati nelle curve di diverse squadre. Attenzione, lo sfotto’ci sta tutto, è una componente del calcio e quindi non sarebbe per nulla condannabile. Ma quando si augura la morte a un’intera popolazione o si ricorda con ilarità una tragedia che ha causato decine e decine di vittime, allora qui siamo di fronte ad esseri sottosviluppati che con lo sport non hanno nulla a che vedere.
Un recentissimo episodio è accaduto ieri sera durante Juventus-Manchester United. Qui è giusto sottolineare un aspetto: non è andare contro i tifosi juventini, anche perché la maggior parte sono persone per bene. Però, c’è una piccola frangia che da qualche tempo a questa parte preferisce offendere il prossimo invece di esultare e gioire per la propria squadra, probabilmente una delle più forti del mondo. Dinanzi a gente come Cristiano Ronaldo, Dybala, Pjanic, Chiellini e chi più ne ha più ne metta, che senso ha cantare cori contro la persona Mourinho o menzionare il popolo napoletano? Godere dei propri beniamini sarebbe sicuramente una scelta più azzeccata. Anche perché potrebbe succedere che l’insultato di turno(Mourinho) reagisca a fine partita prendendo in giro un intero stadio dopo una vittoria. E qui si innesca poi un meccanismo poco simpatico, anch’esso che va al di là del semplice sfotto’.
Ma come detto prima, non è solo un problema che riguarda il tifo bianconero, ma anche altre tifoserie dalla serie A fino alla terza categoria(con alcune dovute eccezioni, fortunatamente). Dunque, questo è un problema abbastanza grave che affligge il calcio in Italia e che va risolto al più presto. Abbiamo bisogno di lezioni di civiltà. In Italia siamo indietro anni luce sotto tutti i punti di vista.

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