Castellammare. Minacce di morte ai pentiti, la reazione della politica


Castellammare di Stabia. Sono diventate virali da ieri sera alcune immagini girate all’interno del “Bronx” stabiese durante l’accensione dei famosi “fucaracchi” dell’Immacolata.  Sulla piramide di legno che era stata realizzata nel quartiere Faito è stato messo un manichino impiccato e uno striscione con la scritta “Così devono morire i pentiti: abbruciati”. Non è la prima volta che accade una cosa del genere: già un paio di anni fa in un altro quartiere era comparsa una scritta contro i pentiti su una delle piramidi di legno dei fuochi dell’Immacolata. La reazione della politica non si è fatta attendere. Addirittura il commento, attraverso la pagina Facebook, arriva anche dal Parlamento con la Deputata Carmen Di Lauro a Roma per la discussione della legge di bilancio. “Così devono morire i pentiti, abbruciat” Queste le parole sullo striscione in foto. Alla vigilia dell’Immacolata a Castellammare è usanza allestire dei falò, è una tradizione molto sentita che io amo in modo particolare. Ma ieri è accaduto qualcosa che non doveva succedere, qualcosa che infanga profondamente il nome di Stabia, che oscura tutto il buono e il bello che c’è. Gli arresti di qualche giorno fa hanno prodotto, evidentemente, questo risultato. Prendo le distanze da questo gesto ignobile, non meritate questa città”.
“Questa mattina sui social gira una foto – scrive Tonino Scala di Liberi e Uguali – La foto di un falò, uno dei tanti che ieri sera ha arricchito, e consolidato, una delle più antiche e belle tradizioni della mia città: la notte dell’immacolata. Una festa dove il sacro e il profano si mescolano creando una miscellanea di odori, colori, sapori, devozione, prima dell’arrivo del generale inverno. Una notte di fuoco, intorno ai fuochi che fa sentire ad ogni cittadino quell’attaccamento ad una terra bella è difficile come la nostra. Basta una notte per sentirsi orgogliosi di essere stabiesi. Una foto che mi auguro non sia vera mi ha raggelato e fatto venire i brividi lungo la schiena, una foto che non è la mia città, una foto che non rappresenta nemmeno lontanamente la mia città. Non la pubblico sperando che sia un fake, ma in tanti mi confermano sua vera. La foto riprende un manichino, un pupazzo di pezza legato ad una corda di un grande falò. Poi una scritta: così devono essere i pentiti abbruciati. La città non è questo, non lo è mai stato nemmeno nei periodi peggiori. Questo, questi cretini che han partorito la macabra rappresentazione di cui sopra, non hanno nemmeno a che fare con la camorra, sono cretini e basta. Non voglio nemmeno pensare lontanamente che sia collegato all’inchiesta giudiziaria di questi giorni. Han solo rovinato non una, ma la festa di e ad un popolo che col fuoco decide ogni anno di bruciare le malapatenze di una vita. Un gesto da condannare senza se e senza, ma così come sono da condannare i mancati controlli da parte di chi aveva il dovere di controllare. Il palio dei fuochi deve diventare l’evento intorno al quale lavorare 365 giorni l’anno per valorizzare la tradizione e i quartieri che la mantengono viva. Nei quartieri i falò vanno organizzati di concerto con le istituzioni. Ripeto organizzati in modo da non arrecare danni a cose e persone, ma bisogna lavorarci e già da domani. Bisogna avere la capacità di isolare gli stolti, chi alimenta culture d’odio in una città che ha bisogno di un riscatto vero. Credo che quel gesto da un lato provochi indignazione negli stabiesi, dall’altro voglia di rimarcare le dovute distanze. Castellammare è un’altra cosa, è da un’altra parte. Ma dobbiamo veramente prendere le distanze, siamo questo noi? Vogliamo essere questo? Me la prendo con chi doveva controllare, ma anche con quelli che son rimasti lì ad ammirare quella bruttura, ignobile, stupida e violenta. In questa terra amara dico che quell’autogoal che poteva essere evitato e che va condannato con forza, sdegno e orgoglio: Stabia è un’altra cosa”.
“Le immagini del falò della camorra a Castellammare, nel rione Savorito, sono un insulto alle vittime innocenti dei clan, allo Stato e alle Istituzioni tutte, alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine e a tutte le persone oneste di quella città”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli. “Siamo al paradosso – prosegue Borrelli. La camorra viene addirittura enfatizzata nel corso di una festa tradizionale religiosa come quella dell’Immacolata. Nonostante il divieto del Comune sono stati accesi in diversi quartieri i cosiddetti “fucaracchi”. Su quello del rione Savorito campeggiava uno striscione enorme con la scritta “così devono morire i pentiti, abbruciati”. Un episodio inquietante, una vera e propria sfida allo Stato. Spero che le forze dell’ordine e la magistratura vadano a bussare al più presto alla porta degli autori di questo gesto vomitevole. E’ inaccettabile che la camorra possa consentirsi comportamenti sempre più arroganti e violenti anche in manifestazioni pubbliche. Lo Stato faccia sentire la sua presenza in questi rioni”.