“Dovete morire tutti”, messaggi sui social antimeridionali dopo il terremoto in Sicilia


Il terremoto sull’Etna che ha colpito la Sicilia ha provocato grossi danni al territorio e alla popolazione sicula, attirando profondi messaggi di solidarietà da gran parte della nazione. Non tutta però. Si, perché su Facebook sono diversi i post apparsi di discriminazione territoriale invocanti addirittura la morte degli abitanti siciliani. Nei giorni successivi ai fatti di Milano, la situazione tende a farsi ancora più grave.
Razzismo. Quanto è d’attualità in questo periodo storico questo sostantivo? Tanto. Quanti messaggi di solidarietà vengono mandati quasi ogni giorno? Ancor di più. Ma il risultato qual è? La risposta è semplice ma davvero poco rassicurante: all’alba del 2019 crea ancora polemica il diverso colore della pelle, una differente religione o anche il ceto sociale. L’Italia è reduce dall’ennesima figura da arretrati per i buu razzisti rivolti a Kalidou Koulibaly nel match tra l’Inter e il Napoli a San Siro. Parole al miele, sostegno e dichiarazioni delle massime istituzioni si sprecano, ma tra qualche giorno le acque si calmeranno e tutto procederà tranquillamente, aspettando i prossimi incresciosi fatti e via nuovamente al solito copione.
Il problema è però ancor più grave di quello che sembra. Il perché è molto semplice: il razzismo non si verifica quindi solo quando viene denigrato un individuo di colore scuro, ma anche quando il meridione viene sbeffeggiato, ogni giorno, dal settentrione.
Eppure sono assai lontani gli anni delle guerre d’indipendenza per riunire sotto un’unica bandiera l’intero stivale. La tanto cercata indipendenza ed unità italiana dov’è finita? “Dov’è la vittoria?” cantava Mameli: ci piacerebbe davvero conoscerla la risposta.

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