“P.I.C. – Un mistero alle isole Partenopee”, l’intervista allo scrittore Archi


Lo scrittore Achi (Napoli, 1971) pubblica sotto pseudonimo Operazione P.I.C – Un Mistero nelle isole Partenopee (& MyBook, 2018), un romanzo giallo molto particolare per stile e contenuti, in cui si racconta delle originali indagini condotte da una psicologa, Rossella Spargo, e da un socio-antropologo, Arcos Mele. In linea con la sua personalità singolare e provocatoria, l’autore presenta un’opera che analizza con spirito critico le derive morali e gli inganni di buona parte della politica e degli organi di informazione italiani. Con & MyBook pubblica anche due racconti: Scarlett e La forza di Essere.
Operazione P.I.C – Un Mistero nelle isole Partenopee potrebbe essere il classico libro che ogni purista odierebbe. Lo prenda come un complimento ovviamente.
Anche se non lo avesse precisato lo avrei preso come un complimento, un grande complimento. Operazione P.I.C. deve suscitare repulsione nei puristi, derisione nei social lettori, deve essere ignorato, ferocemente criticato, attaccato su ogni aspetto. Per questo dico: non leggetelo potrebbe essere un buon libro.

Come nasce l’idea di scrivere un giallo ambientato nel triangolo Procida- Ischia e Capri, e perché?
Napoli, come il resto del Sud Italia, è terra straordinaria, ricca di spunti d’ogni genere e sorta, come insegna il passato, ma viene usata sempre e soltanto come location per i soliti argomenti, oppure cercando di figurarla in guisa di altri luoghi, appiccicandole a forza determinate trame e sviluppi d’azione. Il giallo si articola non solo sulle isole, ma anche a Napoli in luoghi come la facoltà di Sociologia, di Scienze Politiche quindi possiamo considerarlo il giallo del Golfo. In realtà mancano Sorrento e Pozzuoli, ma in questa trama sarebbero risultate come una forzatura. E’ con quest’ottica che ho cercato di dare uno spunto che concedesse all’immaginazione e al desiderio di vedere i posti narrati un punto di osservazione differente.

Ci parli dei protagonisti: la psicologa Rossella Spargo e il socio-antropologo Arcos Mele.
Rossella è una donna dalla natura indomabile, capace di sovvertire ogni dogma, ma lei sembra ancora non saperlo. Per questo compie la più perniciosa atrocità che una donna possa fare a se stessa: navigare i sentimenti, il sentire, la passione unicamente attraverso la ragione e le convinzioni che nascono dall’abusato uso di questa. Così facendo, sebbene riesca spesso a liberare Rossella da quell’Io di calcolo e ragionamento, rischia di restare inespressa nelle sempliciotte fattezze di femmina del genere umano, tanto amato dalla maggior parte del genere femminile. Arcos è la diversità, Arcos spaventa perché sembra impossibile da comprendere. Lui è il punto di confine tra ciò che le donne dicono di desiderare e ciò che invece lasciano al dominio della femmina che è in loro. Arcos è quel tassello che manca all’universo delle donne per poter mettere in moto tutto il potenziale della loro multiforme natura. E’ per questo che Rossella, sovvertendo le sue stesse convinzioni, forza se stessa, in un certo qual modo, e lo coinvolge. Sa che soltanto con la sua unicità di pensiero e agire potrà completare le sue stesse capacità.
Nel suo libro c’è un termine che ricorre molto spesso: auto-glorificazione. Perché, e con che accezione dobbiamo accostarci al termine?
Con tutta l’accezione più nefasta possibile. L’Italia che siamo costretti a vivere e subire ha dei simboli che la identificano con chiarezza, l’auto-glorificazione è uno dei principali. In questo paese anche chi sembra non necessitarne non fa altro che vantare i propri meriti. Troppo spesso però questi meriti sono unicamente racchiusi nell’auto-glorificazione del nulla o dell’infimo. In questo paese si fanno magheggi, si esalta e promuove il nulla o la mediocrità, si esaltano le banalità, si copia, si sottrae il lavoro altrui, si distruggono e ignorano capacità e talento, si giudica e boccia senza sapere, capire e conoscere. Si parla, si parla, ci si vanta, si elencano onorificenze e titoli, ma poi si copia, si copia.

Può consigliarci un sottofondo musicale particolarmente adatto alla lettura della sua opera?
Per sceglierlo mentre si legge la quarta direi un misto tra avventuroso e thriller. Mentre durante la lettura dovrebbe esserci una play list miscelata, che abbracci diversi generi, dal romantico, al rock fino a qualche passaggio di classica. Per restare su un unico genere proporrei quello della natura durante un viaggio.

A chi consiglia di leggere in particolare Operazione P.I.C – Un Mistero nelle isole Partenopee?
A chi ama la diversità, a chi non ha paura dei cambiamenti, a chi non giudica con gli schemi e i dogmi del “si fa così”, a chi crede di non amare il giallo.

Quando ha capito che la scrittura sarebbe stata una parte consistente della Sua vita?
In verità non so cosa è parte consistente della mia vita, e la scrittura è…indefinibile, concreta, alleata del sentire.

Ci parli del Suo rapporto con la giornalista e scrittrice Zietta Liù.
Per un ragazzino avere l’onore e il privilegio di poter apprendere “sul campo” da persone ricche di capacità soprattutto nell’impartire senza insegare, è qualcosa di indescrivibile. C’è qualcosa che ricordo sempre con piacere, e sono i suoi rimproveri per il mio recitare a canovaccio. Mi diceva che seguire il canovaccio tralasciando i vincoli delle battute diviene una dote solo se si compie con altruismo. Diceva che recitare senza seguire le battute poteva mettere in difficoltà gli altri attori, quindi se lo si vuole fare bisogna farlo pensando prima ai propri colleghi. Per questo bisogna lasciare che gli attacchi delle battute restino in linea con il copione, esprimendo la propria dote nel mezzo.

Leggiamo nei ringraziamenti di Operazione P.I.C – Un Mistero nelle isole Partenopee: “ciò che conta è l’opera e i suoi contenuti, e non la biografia dell’autore”. Le va di spiegarci il perché di quest’affermazione?
Un nessuno come me ha due possibilità: restare tale nella vacuità dell’auto-glorificazione e nella eventuale mediocrità di chi lo divulga, oppure cercare di far conoscere ciò che sa fare mettendo nel giusto secondo piano se stesso. Per questo, solo dopo che il lettore avrà ritenuto interessante il libro, un racconto, deciderà in un primo momento di leggere qualcosa d’altro per vedere se esiste continuità e poi cercherà di capire chi è questo nessuno che tanto apprezza. Solo in quel momento potrà avere valore sapere qualcosa di più sulla biografia dell’autore, sempre scevra dall’auto-glorificazioni dell’io sono, ho fatto, ho detto.

Cosa sta leggendo in questo periodo? Ci sono autori italiani che Le andrebbe di segnalarci?
I libri li segnalano le voci autorevoli, io quando sono al di là della penna amo leggere libri che facciano apprendere, soprattutto non leggo mai mentre scrivo, a meno che non si tratti di testi per documentarmi.

Titolo: Operazione P.I.C. Autore: Achi
Genere: Giallo
Casa Editrice: & MyBook
Pagine: 200
Codice ISBN: 978886560556