Corruzione al tribunale di Torre Annunziata, scarcerato il giudice Iannello


Scafati. E’ stato scarcerato, Antonio Iannello, l’ex giudice di pace in servizio al Tribunale di Torre Annunziata. L’avvocato di Scafati era finito agli arresti domiciliari nel dicembre dello scorso anno. Il Gip del tribunale di Nocera Inferiore ha accolto con parere favorevole l’istanza di scarcerazione presentata dal legale del giudice. Iannello accusato di corruzione in atti giudiziari era finito in manette a seguito di un’inchiesta della Procura di Roma, poi trasferita per competenza territoriale a Nocera Inferiore. L’avvocato, giudice di pace presso il tribunale di Torre Annunziata è indagato insieme ad altre 22 persone – giudici, consulenti, avvocati – per aver pilotato procedimenti civili riguardanti per la maggior parte sinistri stradali e per aver conferito incarichi a periti compiacenti dai quali il giudice avrebbe preteso compensi extra per le nomine. Il provvedimento del Gip Danise mette fine alla detenzione, tra carcere e domiciliari, di uno dei principali indagati nell’inchiesta al quale la Guardia di Finanza – su disposizione del sostituto procuratore Fasano – ha sequestrato beni e danaro proprio nei mesi scorsi. A Iannello e agli altri indagati vengono contestati una serie di episodi – 37 in tutto – di corruzione in atti giudiziari. Secondo l’accusa, il sistema si basava, in prima battuta, in un accordo illecito tra il giudice di pace e l’avvocato di parte che condividevano la scelta di un perito compiacente al quale affidare consulenze favorevole. Una volta selezionato il perito, quest’ultimo provvedeva ad elargire la prima parte della ‘mazzetta’ al giudice di pace in segno di ‘riconoscenza’ per la nomina ricevuta. Il giudice provvedeva a emettere una sentenza favorevole alla ‘cricca’ disponendo ottime liquidazioni per sinistri stradali a vittime e avvocati di parte, oltre che ai consulenti stessi. Nell’inchiesta sono rimasti coinvolti altri giudici di pace, avvocati, consulenti e due esponenti delle forze dell’ordine. Tra i principali indagati anche Salvatore Verde, uno dei factotum e gestore di un’agenzia assicurativa che manteneva i contatti con il giudice Iannello e gli altri componenti del sistema. Gli indagati – l’inchiesta non è ancora conclusa – originari delle province di Napoli (Boscoreale, Castellammare, Torre Annunziata, Boscotrecase) e Salerno (Scafati, Nocera, Angri) – sono quasi tutti liberi da obblighi dopo l’ordinanza eseguita a settembre dello scorso anno. Antonio Iannello era uno dei pochi coinvolti ancora agli arresti domiciliari.  CLICCA QUI E METTI MI PIACE ALLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK