Dai campi di periferia alla conquista dell’Europa: onore a mister Sarri


In Coppa Uefa o Europa League non trionfava un allenatore italiano dal 1999. Quell’anno fu il Parma di Alberto Malesani ad alzare il trofeo continentale. Ieri sera, a Baku, Maurizio Sarri ha ripetuto l’impresa sulla panchina del Chelsea battendo l’Arsenal per 4-1. Quella dell’ex allenatore del Napoli è una storia che parte da lontano, molto lontano, una storia che meriterebbe di essere narrata in un romanzo e raccontata alle generazioni future.

L’INIZIO DI UNA FAVOLA.Maurizio Sarri non è uno di quegli ex calciatori famosi con la strada già bella spianata. Maurizio Sarri è un ex impiegato in banca che è riuscito a compiere questo capolavoro sportivo con le proprie forze e le proprie idee di gioco. Idee di gioco nate nel lontano 1990 quando il tecnico guidava la formazione dello Stia, squadra di seconda categoria toscana. E per circa 20 anni Maurizio si spostava dal suo ufficio alle panchine delle serie minori del calcio italiano, fino alla chiamata del Pescara nel 2005 esordendo in serie B. Con gli abbruzzesi ottiene una miracolosa salvezza e nell’anno successivo sostituisce Antonio Conte sulla panchina dell’Arezzo, con il quale ottenne risultati storici per il club: 2-2 in casa della Juventus e 2-2 al San Paolo contro il Napoli. Le successive avventure sulle panchine di Avellino, Verona e Perugia sono state brevi e con scarsi risultati. Nel 2010 venne ingaggiato dal Grosseto per le ultime undici partite stagionali. Pochi mesi dopo, il ds Dario Nardini, gli affida la panchina dell’Alessandria, con la quale raggiunge le semifinali playoff del campionato di Prima Divisione. Nella stagione 2011-2012 firma con il Sorrento, ma anche qui l’esperienza è breve per un esonero prima di Natale.

LA NASCITA DEL “SARRISMO”.Nonostante i risultati in carriera siano stati molto altalenanti, a Sarri viene data l’opportunità di allenare nuovamente in serie B, in una piazza storica come quella di Empoli. Al primo anno con i toscani per poco non compiva un miracolo dopo un avvio di campionato disastroso, perdendo la finale playoff con il Livorno per la promozione in serie A. Ma è l’anno successivo quello buono, nel 2013-2014, quando ottiene la promozione nella massima serie con l’Empoli. Per la prima volta in carriera, il tecnico napoletano siederà su una panchina di una società di serie A, dopo praticamente 25 anni di gavetta tra campi polverosi e di provincia. La sua prima annata in A è un trionfo: i suoi calciatori stupiscono tutti con un gioco spettacolare che ricorda tantissimo quello di stampo catalano di Pep Guardiola. Un’identità di gioco, la stessa dello Stia, che ha permesso a Sarri e Co. di raggiungere la salvezza con addirittura 4 giornate di anticipo. Si potrebbe dire, però, che nel 2015 l’Italia e l’Europa hanno scoperto il Sarrismo, una corrente calcistica del bel gioco.

IL “COMANDANTE AZZURRO”. Ma questa corrente calcistica ha visto la sua massima espressione nel triennio successivo: dal 2015 al 2018 Sarri ha guidato il Napoli di De Laurentiis ottenendo risultati incredibili. I partenopei alla guida del “Comandante” sono stati gli unici a mettere paura alla Juventus, sfiorando lo scudetto nella stagione 2017-2018. Ma oltre ai record di squadra, Sarri è riuscito a tirar fuori il meglio dei propri calciatori: da Higuain a Insigne, da Callejon e Mertens. Tutti con Maurizio sono riusciti a migliorare le proprie prestazioni. I tifosi azzurri lo hanno denominato il Comandante perché come un vero condottiero stava per sconfiggere il nemico più ricco e potente. Comandante perché, un po’ come il Che, stava per mettere in piede una rivoluzione (calcistica) attraverso il gioco e non grazie al dio denaro. Comandante perché più volte è andato contro tutti per difendere l’onore e l’orgoglio di un popolo spesso bistrattato.

LA CONQUISTA DELL’EUROPA. Divenuto così un tecnico di stampo europeo, il Chelsea offre un contratto milionario all’ex impiegato che per fare l’allenatore avrebbe anche lavorato gratis, come spesso ha ripetuto in qualche intervista. Al suo primo anno in terra inglese, il Comandante, nonostante alcune critiche, è riuscito a qualificarsi in Champions alle spalle delle corazzate Manchester City e Liverpool, e sollevare l’ambita Europa League proprio ieri sera contro l’Arsenal.  Una storia da raccontare, una storia romantica che solo uno sport come il calcio poteva partorire.