La vigilia di Reggina-Monopoli rievoca alla mente grandi ricordi: la città si veste di amaranto


Il risveglio con gli striscioni appesi in ogni angolo della città, le biglietterie prese d’assalto, bandiere esposte con orgoglio. Questa è la vigilia di Reggina-Monopoli, questa è Reggio Calabria.

 

Che in città si vivesse di pane e calcio non è certamente una novità; Reggio e la Reggina sono sempre stati un unico binomio, lo stesso legato ad una tifoseria da brividi. Negli ultimi anni, sia per i risultati sportivi che per il fallimento, il legame si è lentamente affievolito, con il popolo che parlava della Reggina al passato, come un qualcosa che c’è stato per anni  ma che non esisteva più.

La Reggina è invece sempre rimasta lì e come recita il coro “…Ti ricordi quando eri grande, ora sei un po’ piccolina…“, la passione amaranto non svanirà mai, semplicemente, alle volte, ha bisogno di essere riaccesa. 

Dal 10 gennaio ad oggi tante cose sono cambiate, la Reggina è stata custodita e passata in mano a Luca Gallo, la stessa persona che è riuscita a riaccendere quella fiamma. “Quando sto in giro non sento parlare di Reggina -affermava il neo presidente appena arrivato in città- io vorrei camminare e vedere le bandiere esposte, vorrei vedere l’entusiasmo”. 

Ed è bastato davvero poco. I risultati sul campo non sono ancora arrivati -anche se immaginare un finale così a metà stagione sarebbe stato un sogno- ma in città è tornata la ‘febbre amaranto‘. La stessa che ricorda i gloriosi tempi della Serie A.

La Reggina ha unito generazioni e generazioni, di padre in figlio a nonno e nipote. Oggi, per le vie di Reggio, si vedono bambini con la maglia di vecchie e nuove glorie amaranto e non più i soliti Messi e Ronaldo. Un entusiasmo che va ad aggiungersi ad un sogno, ad oggi impronunciabile ma concretamente reale.

Domani, al di là dei risultati sportivi, la città di Reggio Calabria e la Reggina avranno ugualmente vinto. Avranno vinto i calciatori che hanno portato la squadra al settimo posto in classifica ma soprattutto quelli che non hanno mai abbandonato la barca nel momento peggiore. Avrà vinto mister Cevoli, messo in dubbio ma ritornato sui binari con un treno in corsa da gestire. Avrà vinto “il muro“…basterà guardare la Sud per capire cosa intendeva il grande Ezio Brevi.

Domani Reggio Calabria vincerà sotto ogni punto di vista, soprattutto quello morale; perchè la Reggina non è un’azienda nè una squadra, la Reggina è una fede che da anni viene tramandata da padre in figlio. Un amore incondizionato verso dei colori che arrivano dritti al cuore e che nessuno potrà mai spegnere.

 

 

 

 

 

 

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Foto: Diffidati Liberi

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