Paolo Palumbo, giovane chef malato di Sla, che da settimane sta conducendo una battaglia per ottenere una terapia sperimentale adottata solo in Israele e negli Usa ha ricevuto minacce sui social. “È inutile che ti dai da fare, tanto in Israele non ci arrivi” oppure “Tanto muori come morirà mio padre”. A denunciare il tutto è il fratello Rosario.Per la prima volta oggi non sarà Paolo a scrivere un post, ma io: suo fratello Rosario. “E’ con grande rabbia – scrive – che comunico un momentaneo allontanamento di Paolo dai social network per tranquillizzarsi, dovuto alle ripetute offese e minacce che ha ricevuto nelle scorse settimane, sia tramite attacchi privati che pubblici, di cui trovate un esempio nell’immagine. Abbiamo saputo che ci sono delle chat private in cui dei gruppi di persone si divertono ad insultare l’operato di Paolo e si mettono d’accordo per trovare il modo di demolire agli occhi degli altri ogni sua azione. Paolo – racconta – è il più giovane malato di SLA d’Europa, ma ciò non lo rende un malato di “serie A”, al contrario, lui si è sempre messo in prima linea per i diritti degli altri, ha cambiato le vite di centinaia di persone grazie al Tampone, al suo libro di ricette, alle sue iniziative a favore dei più deboli, ed il suo inserimento nel protocollo Brainstorm è dovuto esclusivamente ai canoni ristretti di accettazione da parte dell’ospedale di Gerusalemme che oltre allo stadio avanzato della malattia, hanno tenuto in considerazione l’età (peraltro senza concedere agevolazioni dal punto di vista economico).
La verità è che l’obiettivo di Paolo, fin dall’inizio del suo sciopero della fame, è sempre stato quello di portare questa terapia sperimentale in Italia, affinché per lo meno i suoi costi si dimezzino. Infatti, è grazie a lui se è attualmente in discussione l’attuazione del protocollo d’urgenza da parte del Ministero della salute per portare la terapia nel nostro paese in tempi brevi”.