Castellammare. Falò contro i pentiti di Camorra, al via il processo. Ieri imputati in aula per la prima udienza

Manichino-Immacolata

Castellammare di Stabia. Un manichino bianco ed uno striscione con scritto “Così devono morire i pentiti abbruciati” poggiati su una pila di legna pronta per essere bruciata. Quelle immagini, che fecero scalpore, hanno fatto il giro di tutto il territorio nazionale. Un chiaro messaggio che è arrivò a distanza di pochi giorni dall’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere,  nell’ambito dell’ Operazione Olimpo che ha spedì  in carcere i vertici dei quattro clan camorristici egemoni sul territorio di Castellammare di Stabia e comuni limitrofi il cui processo inizierà  a Luglio.  Dopo una accurata azione investigativa che ha visto coinvolti carabinieri, polizia e antimafia sul registro degli indagati sono finiti in cinque, di cui due minorenni. Dovranno rispondere di istigazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso il 31enne Fabio Amendola, Antonio Artuso 18enne, il 24enne Francesco Imparato, nipote di Salvatore ‘o Paglialone ritenuto dagli investigatori il vero regista del falò anti-pentiti andato in scena la sera dell’Immacolata nel Brox Faito. Gli altri due affronteranno  il processo dinanzi al tribunale dei minorenni di Napoli perché ancora devono raggiungere la maggiore età. Ieri la costituzione delle parti, il primo testimone dell’inchiesta  è un maresciallo dei carabinieri che ha ricostruito le fasi dell’inchiesta che ha portato poi al processo. Nella lista dell’accusa figurano anche il primo cittadino di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, e Tony Marciano, cantante neomelodico con precedenti per droga, che ringraziò “Salvatore della Faito” prima di iniziare la sua esibizione quella sera. I due saranno ascoltati nelle prossime settimane.