Conte a Di Maio e Salvini: “Basta social, lavoriamo”

Giuseppe-Conte

Roma. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un discorso preciso, conciso e diretto a Palazzo Chigi ha messo i due vice premier con le spalle al muro e chiede risposte veloci e chiare sui principali temi che nelle ultime settimane hanno di fatto bloccato il Paese. Come un buon padre di famiglia il primo ministro ha avvertito i due giovani vice premier di evitare provocazioni e concentrarsi a lavorare. In caso contrario Conte si è detto pronto a rimettere il proprio mandato al Presidente della Repubblica.
“Se continuiamo nelle provocazioni per mezzo di veline quotidiane, nelle freddure a mezzo social, non possiamo lavorare. I perenni, costanti, conflitti comunicativi pregiudicano la concentrazione sul lavoro” – afferma il premier.
IL TEMA AUTONOMIA – L’autonomia è il  cavallo di battaglia della Lega e Giuseppe Conte lo sa, ma sa anche che non può essere uno strumento per spaccare l’Italia in due e sbriciolare la tenuta sociale: “lavoriamo per attuare l’Autonomia differenziata”, afferma alla stampa – assicurando la volontà di dare “massimo impulso al lavoro in corso, per trasferire competenze alle regioni, avendo cura di evitare che il legittimo processo riformatore possa aggravare il divario tra Nord e Sud”.
LA FLAT TAX – Una parte importante del contratto gialloverde è la Flat-Tax, ma per il premier è solo una parte di una molto più articolata riforma del fisco. La rimodulazione delle aliquote deve inserirsi in un percorso di riforme più complessivo, per cercare di raggiungere una giustizia tributaria più rapida e misure per il contrasto all’evasione: “Lavoreremo senz’altro anche alla Flat tax, ma si tratta di una riforma organica”, spiega.
I MIGRANTI – Sulla gestione dei flussi migratori, rigore sì, linea dura no. All’Unione europea il presidente del Consiglio ha illustrato una piattaforma articolata. Un piano che non riguarda solo lo sbarco, ma anche la regolazione e la gestione degli arrivi. I migranti in mare sono “solo un tassello di un problema più complesso”. Se si deve scegliere in che modo salvare i rifugiati, il premier non ha dubbi: “Noi preferiamo la politica dei corridoi umanitari”.
CONTI PUBBLICI – L’ambiguità non aiuta la finanza. Sulle modalità scelte per sistemare i conti pubblici, il titolare di Palazzo Chigi chiede ai due vice di non dare messaggi contraddittori: “Chi conosce i mercati sa che per preservare la fiducia occorrono parole univoche da parte dei componenti del governo e aggiungo da parte degli esponenti parlamentari di maggioranza.Serve una collaborazione leale all’interno dell’esecutivo”. Questo significa che se il ministro dell’Economia e il presidente del Consiglio dialogano con l’Ue per evitare una procedura d’infrazione, le forze politiche non devono intervenire per alterare la trattativa. Anche perché, assicura: “Una procedura d’infrazione ci farebbe molto male”.